L’81,4% dei cittadini dell’Alto Vicentino ritiene “insufficiente” la risposta dell’ospedale di Santorso alle esigenze degli utenti, il 76,40% considera in modo negativo il servizio offerto dal Pronto Soccorso, il 95,8% ritiene che non ci siano operatori sanitari a sufficienza, il 75,40% si rivolge al medico di famiglia in caso di problemi di salute di qualsiasi tipo.
Dati impietosi, che emergono da un’indagine effettuata da Schio Polis, associazione scledense che da oltre due anni sta studiando le tendenze sociali del territorio e i problemi legati all’invecchiamento della popolazione.
Un’analisi attenta, realizzata con lo scopo di aiutare i sindaci del territorio a recuperare il loro ruolo attivo in Regione in merito alla sanità locale, essendone i primi responsabili nei confronti dei cittadini.
Indagine che ha fatto anche emergere che quello che serve secondo gli utenti della Ulss7, Distretto Alto Vicentino, è una medicina del territorio che funzioni e completi il servizio dell’ospedale costruito appositamente ‘per acuti’, personale sanitario che rimanga a lavorare nel territorio e medici di famiglia a sufficienza per coprire il fabbisogno dei cittadini, che nella figura del tradizionale ‘medico della mutua’ ripongono fiducia e vogliono sapere di averlo vicino.
Il gruppo capitanato dal presidente Mario Benvenuti, volto noto della politica locale, ha fatto un’indagine precisa e meticolosa, analizzando il risultato ottenuto dall’analisi di 10.800 interazioni con i cittadini, 621 questionari compilati e restituiti, 171 commenti e 272 indicazioni.
“Abbiamo voluto ascoltare e analizzare i commenti delle persone che usano i servizi sociali e sanitari e i dati emersi non lasciano spazio a dubbi: la gente dell’Alto Vicentino vuole che la medicina territoriale, promessa insieme all’ospedale di Santorso e mai attivata a regime, parta definitivamente. Vogliono che i medici di famiglia siano sufficienti e presenti e hanno bisogno di servizi sul territorio – ha commentato Benvenuti – Serve aggregazione dei medici di base, deve essere potenziata l’assistenza domiciliare integrata, servono case di cura e devono essere presenti in numero adeguato gli operatori nel settore. Inoltre è fondamentale che la Ulss e le aziende sanitarie, che investono nel formare nuovo personale, poi non se lo lascino scappare perché i servizi offerti non sono attrattivi per farli rimanere a lavorare dove si sono formati”.
Mario Benvenuti, Maria Teresa Bravo e Federica Zanella, presenti in conferenza stampa a delineare i risultati dell’indagine, hanno spiegato nel dettaglio che il loro lavoro non è una critica alla sanità privata, che “ha la sua ragione di esistere”, ma vogliono spingere la regione a restituire ai sindaci dei territori quel potere critico e decisionale necessario per far funzionare la Sanità pubblica in base alle specifiche necessità e peculiarità dell’area.
“Abbiamo iniziato studiando l’invecchiamento della popolazione ed è emerso che da qui a pochi anni nella sola Schio ci sarà sempre più necessità di assistenza agli anziani – hanno spiegato Maria Teresa Bravo e Federica Zanella – Oggi abbiamo 4mila ultra 70enni, ma tra soli 10 anni questo numeroè destinato a raddoppiare. Inoltre, gli anziani di oggi non hanno più la situazione economica di quelli della scorsa generazione e bisogna cominciare oggi ad organizzare e pianificare i servizi, per arrivare preparati domani”.
Con i tanti soldi del PNRR in arrivo, la Sanità potrebbe essere ‘rivoluzionata’. “Ma il PNRR parla di strutture, quando invece il problema è il personale – ha spiegato Benvenuti – E’ sui medici, sugli infermieri e sugli OSS che la Sanità deve investire. Non solo sulla loro formazione, ma anche sui metodi per trattenerli e non ‘spingerli’ ad andare cercare lavoro all’estero o comunque lontano dal nostro territorio”.
I dati dell’indagine
Il sistema sanitario dell’Alto Vicentino risponde in maniera inadeguata secondo il 76,4% degli utenti che hanno partecipato al sondaggio, mentre per il 18,6% le cose vanno bene.
Il 75,4% si rivolge al medico di famiglia in caso di problemi si salute mentre il 10,9% va in una struttura privata, l’1,2% va in ospedale, il 6,5% va in farmacia, il 2,3% consulta internet mentre il 3,7% fa riferimento ai conoscenti.
Secondo il 95,8% non ci sono operatori sanitari a sufficienza, l’81,4% dei cittadini pensa che l’ospedale di Santorso non dia risposte sufficienti ai suoi utenti e il il 76,40% considera in modo negativo il servizio offerto dal Pronto Soccorso.
di Redazione Altovicentinonline
