Dal 1° gennaio di quest’anno 245 ex consiglieri veneti torneranno a percepire il vitalizio pieno.
Col 31 dicembre scorso si è difatti conclusa la limatura a carico del loro assegno mensile, introdotta con una legge regionale del 2014: “Interventi temporanei relativi all’assegno vitalizio inerenti la riduzione della spesa pubblica”.
La norma fissava per il triennio, dal 2015 al 2017, un contributo di solidarietà a carico degli ex consiglieri: “Nel corso di questi tre anni il risparmio totale è stato di 2 milioni e 380 mila euro – ha spiegato Roberto Ciambetti, presidente del consiglio regionale”.
Se ne tornerà, però, a parlare nel 2019 del taglio dei vitalizi: così ha infatti deciso la maggioranza del consiglio regionale, facendone slittare la proroga.
Tre anni in cui i chiamati in causa non sono stati a guardare. Una sessantina di loro, guidati da Aldo Bottin, 79 anni ed ex presidente Dc della Regione, hanno difeso i propri assegni presentando ricorsi su ricorsi: “per una questione di principio: stoppare un precedente, per evitare decurtazioni più grosse nel futuro”.
Battaglie legali che, sinora, la Regione ha vinto: “I ricorsi presentati contro il provvedimento, li abbiamo vinti, proprio perché la legge parlava di temporaneità – ha sottolineato Ciambetti”.
Ma l’associazione di ex consiglieri veneti, è sempre stata agguerrita, perché: “Non è colpa nostra se esistono i vitalizi – disse tre anni fa Bottin, appena un mese prima che entrasse in vigore la legge regionale – Non si possono imporre tagli ad un diritto costituzionale”.
Nel frattempo la giunta veneta promettere di arrivare, entro l’estate prossima, ad una nuova proposta che verterà sul sistema contributivo, che varrà per il futuro e non sul pregresso. Dal 2015 difatti i consiglieri regionali non maturano più il vitalizio, che resterà per chi è stato eletto prima, in proporzione agli anni passati all’interno di Palazzo Ferro Fini.
di Redazione AltovicentinOnline