Erano le 17.39 di ieri pomeriggio quando nel piazzale del Municipio di Salcedo è arrivata una semplice Fiat Fiorino blu. A scendervi nientemeno che il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato di Sua Santità. D’altronde non poteva che presentarsi così dal momento che quel 15 ottobre 2013 era stato scelto direttamente dal papa argentino, “il papa della Chiesa povera per i poveri”, come suo braccio destro, richiamandolo dal Venezuela dove era Nunzio Apostolico. Pietro, figlio di un negoziante di ferramenta, Luigi, e di Ada, maestra elementare che ad appena dieci anni rimane orfano di padre, che era morto in un incidente stradale; la madre si era occupato di lui e dei suoi due fratelli, Maria Rosa, ora insegnante, e Giovanni, oggi magistrato.

E ad accompagnarlo su a Salcedo c’era proprio lei, Ada Miotti, 90 primavere portate splendidamente sulle spalle. A fare gli onori di casa l’entusiasta sindaco di Salcedo, rigorosamente con la fascia tricolore, Giovanni Antonio Gasparini, e il parroco don Francesco Longhin, assieme ad una ventina di ex alunni della indimenticabile maestra Ada che ha svolto il suo primo anno di insegnamento proprio a Salcedo, anche se lei, in verità, ci saliva a sant’Anna già anni prima, partendo a piedi all’alba da Villaraspa, frazione di Mason.

“Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!”: sembrava rifarsi a questo versetto dell’evangelista Luca il commosso parroco don Francesco, dinanzi al figlio cardinale 63enne e alla propria anziana madre. ‘Un onore – che non ha precedenti nella storia civile e religiosa della nostra comunità salicetana – ha ricordato il primo cittadino Gasparini da nove anni alla guida della piccola comunità di poco più di mille anime.

Appassionata la mamma del Cardinale ha dialogato per mezz’ora circa con i suoi ex allievi nella sala del Municipio, riconoscendo volti e storie ed informandosi personalmente, come in un filò,sulle vicissitudini dei suoi alunni oggi settantenni. C’è chi era arrivato addirittura da Merano per rivedere la sua maestra, chi a fatica tratteneva l’emozione come il suo alunno “monello” Silvano Xausa (papà di don Erick, ndr). Tra le invitate a questo momento a porte chiuse anche la signora Ivette Cappozzo (nella fotogallery), oggi 72enne, che ha avuto la maestra Miotti in prima elementare alle elementari della frazione Monte di Calvene. ‘Correva l’anno scolastico 1952-1953; ero in prima elementare’. ‘Ricordo benissimo il suo nome d’origine francese – incalza la signora Ada -; ma io e lei, tra l’altro, siamo parenti: le mamme dei sacerdoti sono tutte familiari tra di loro! Seguo sempre suo figlio dal sorriso birbante su Tv2000 col Papa (il cappellano del carcere di Padova, don Marco Pozza, ndr)…’. E la ciliegina sulla torta quando Ivette, fiera ha tirato fuori la sua pagella di 65 anni fa “autografata” nientemeno che dalla sua maestra Ada Miotti, che emozionata l’ha presa tra le rugose mani e l’ha baciata. Quasi a consacrazione della sua missione di educatrice-maestra-mamma.

 

Dopo questa lunga e, a tratti, commovente chiacchierata e la consegna di alcuni doni simbolici tra i quali delle bottiglie di buon Torcolato (frutto della vite e del lavoro umano, come recita la liturgia, ndr) e una preghiera che lei insegnava ai suoi alunni che per l’occasione è stata ricamata a mano su un quadro, il lungo corteo scortato dalla Polizia Locale e dai Carabinieri si è diretto verso il colle di Sant’Anna, la festeggiata speciale.

 

Una folla di un migliaio circa di persone – tantissimi i giovani e i bambini – lo attendeva, nonostante il cielo fosse plumbeo e che quella che stava per essere celebrata fosse la sesta Eucarestia della lunga giornata dedicata alla nonna materna del Figlio di Dio. Una presenza, quella del Cardinale, che ha fatto da coronamento alla novena, fortemente sostenuta dall’energico parroco don Francesco Longhin, che da tempi immemori attira sul colle di Sant’Anna centinaia di fedeli da tutto l’Alto Vicentino. La liturgia, supervisionata dal diacono permanente Francesco Montemaggiore, è stata impreziosita da una quindicina di sacerdoti di tutte le parrocchie del vicariato di Lusiana, dal predicatore della novena di quest’anno don Romeo Presa, parroco di Piovene, Rocchette e Grumello, oltre che dai presbiteri nativi di Salcedo, tra i quali don Erick Xausa, cappellano di Asiago, e don Giovanni Dal Ponte, Arciprete di Lugo di Vicenza.

L’omelia di Parolin è stata un capolavoro d’intreccio di parole umane e divine: ‘Essendo sterili e anziani – ha ricordato l’alto prelato – non avevano avuto figli e questo era considerato per gli ebrei un segno della mancanza della benedizione e del favore divini. I due si ritirarono in disparte per pregare e ottenere da Dio la grazia che arrivò con l’annuncio di un angelo: “Anna, il Signore ha ascoltato la tua preghiera e tu concepirai e partorirai e si parlerà della tua prole in tutto il mondo”. E poi una bellissima immagine: sant’Anna come patrona dei gioiellieri. ‘Sì, perché – ha spiegato il cardinale nativo di Schiavon – Anna ha accolto, incastonato in sé e nella storia dell’umanità il gioiello più grande che è la figlia Maria Santissima’.
Il cardinale Pietro ha, poi, concluso portando la benedizione speciale di papa Francesco, ricordando che la santità – parola chiave della novena a partire dalla terza e ultima esortazione di Bergoglio “Gaudete et exultate”, ndr – è a portata di tutti, nella ferialità e nel quotidiano di ciascuno di noi.
E poi un segno biblico straordinario. ‘Al momento del Rito della Comunione – ama ricordare don Federico Fabris, parroco di Mure e Laverda – è cessata per un momento la pioggia e in cielo è apparso un meraviglioso arcobaleno’.
Segno, ieri come oggi, dell’alleanza tra Cielo e Terra. Tra Dio e l’uomo. Un arcobaleno come metafora di una nonna, Anna, che prende per mano il suo nipotino Gesù.

Sandro Pozza

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