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‘Pronti con i centri Covid, Natale in zona gialla’. Le minacce archiviate

Ad aggravare la pressione ospedaliera, anche l’influenza stagionale.

Il Veneto procede spedito verso la zona gialla, che secondo le stime della Regione scatterà non la prossima settimana, ma quella successiva. “Sarà un Natale in giallo”, afferma Zaia, ricordando che la Regione supera già i parametri relativi a occupazione delle terapie intensiva (è al 13% contro un limite del 10% e dell’incidenza, molto superiore ai 100 nuovi casi ogni 100.000 abitanti. A tenere il Veneto in zona bianca è l’occupazione dell’area medica, oggi all’11% contro un limite del 15%. “È verosimile che la prossima settimana sarà bianca e quella dopo sarà gialla”.

Nelle ultime 24 ore i nuovi positivi riscontrati sono 2.960, con un’incidenza del 2,42% su 122.097 tamponi effettuati. I soggetti attualmente positivi sono 40.648, e i ricoverati ben 904, ovvero 82 più di ieri. Di questi, 772 sono in area medica (+72) e 133 in terapia intensiva (+10). Nove i decessi registrati. Tra questi, il padovano 46enne, morto solo in casa, dopo aver rifiutato il ricovero in ospedale. ‘Stiamo attenzionando il caso – ha detto Zaia – ho letto la notizia stamattina, ma è risaputo che il vaccino non attecchisce al 100% come tutti i farmaci, quindi verrà approfondito il caso clinico, ma è possibile che quest’uomo potrebbe rientrare, nonostante le due dosi che aveva fatto, rientri nella casistica di coloro i quali non hanno avuto copertura anticorpale’.

Per quanto riguarda gli ospedali, come quello di Santorso, che rischiano di tornare ad essere trasformati in Hospital Covid (i punti nascite non verranno toccati) , dipenderà dall’evoluzione dei contagi, che non è uniforme in tutte le zone del Veneto.’ Quando ci chiedono di riaprire i vecchi ospedali, la gente non capisce che un malato Covid non si cura facilmente, sono casi estremamente delicati, che abbisognano di macchinari molto moderni, di cure molto particolari’.

Nella giornata di ieri in Veneto sono state somministrate 3.702 prime dosi di vaccino contro il Covid. E questo è un dato positivo dal momento che fino a qualche settimana fa si procedeva al ritmo di circa 1.000 dosi al giorno.  Nel complesso le dosi di vaccino inoculate ieri in Veneto sono 47.463, di cui 41.986 terze dosi. “Stiamo procedendo velocemente, ci sarà sicuramente qualche abbandono (da parte di chi ha già ricevuto due dosi di vaccino ma non pensa di fare la terza, ndr.) ma non pare endemico”, conclude Zaia.

l governatore del Veneto Luca Zaia è intervenuto stamattina alla trasmissione Mattino Cinque e rispondendo alla domanda se fosse preoccupato essendo presidente di una Regione che confina con il Friuli-Venezia Giulia e l’Alto Adige, entrambi territori zona gialla,  ha dichiarato: ‘Noi dal quel 21 febbraio 2020 non dormiamo sonni tranquilli, questo è poco ma sicuro, dico anche che siamo preoccupati perché è inesorabile questo incremento dei contagiati quotidiani, oggi annuncio in anteprima il nostro bollettino ci dà 2.960 nuovi contagiati. Abbiamo sicuramente una grande mole di asintomatici e il vaccino sta facendo il suo lavoro: oggi abbiamo un quarto di ricoverati rispetto ad altri momenti nelle altre ondate con gli stessi contagiati quotidiani’.

Le minacce e la condanna per la violenza dei no vax

‘Ho presentato un centinaio di denunce all’autorità giudiziaria e sono state archiviate. Ma ci rendiamo conto in che momento storico stiamo vivendo? Ci sono persone che vanno in giro a prendere a testate la gente come se nulla fosse. Una deriva che mi preoccupa molto, conferma il presidente veneto.

La condanna di Zaia è fermissima “senza se e senza ma: non è tollerabile che chi svolge il proprio dovere a tutela della salute pubblica venga anche minacciato“. Nei giorni scorsi, un gruppo di no-vax ha fatto incursione in un centro vaccinale del trevigiano, con un raid punitivo alla struttura. A Padova, invece, le banche dati della campagna vaccinale sotto attacco hacker’.

Il caso Omicron di Vicenza

La moglie e il figlio maggiore dell’uomo vicentino positivo alla variante Omicron, primo caso veneto, sono risultati positivi al Covid ma non alla Omicron, bensì alla variante Delta. Lo comunica la direttrice dell’IzsVe (Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie), Antonia Ricci, spiegando che la notizia non sorprende, in quanto i due familiari avevano accusato sintomi prima del rientro dell’uomo del Sudafrica e pertanto si erano probabilmente contagiati con la Delta in altro modo. Anche la figlia minore è risultata positiva, ma ancora non è noto quale sia la variante che l’ha contagiata.

di Redazione AltovicentinOnline

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