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Pochi nati in Veneto e famiglie in crisi: dalla Regione un aiuto ai consultori familiari

Su proposta dell’assessore alla Sanità, alle Politiche sociali e alla Programmazione Sociosanitaria Manuela Lanzarin, la Giunta regionale del Veneto ha adottato il piano operativo 2021 per il sostegno della natalità e della genitorialità nell’ambito delle competenze dei consultori familiari. Il provvedimento destina a quest’ultime strutture delle Aziende sanitarie del Veneto la somma di 1.867.352,39 euro, ripartito in modo proporzionale alla popolazione residente.

“La delibera si inserisce nella programmazione delle politiche sociali sottolinea l’assessore Lanzarin –  in linea con quanto avviene in tutti i Paesi europei, mirando alla crescente valorizzazione della famiglia, attraverso l’adozione di iniziative volte a sostenerla nei diversi ambiti.  Iniziative che nel promuovere politiche specificatamente familiari, si interessano della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, di attività a favore della prima infanzia e delle responsabilità genitoriali. Questo anche in continuità con quanto è stato posto in rilievo dalla Conferenza Unificata delle Regioni e delle Province autonome riguardo agli interventi per favorire la natalità e a supportare la genitorialità”.

Il programma di sostegno della natalità e della genitorialità nell’ambito delle competenze sociali dei Consultori familiari delle 9 Aziende ULSS del Veneto si pone in continuità con le iniziative già attivate nel territorio dalla Regione. Il piano, infatti, ha l’obbiettivo specifico di accompagnare la neo-genitorialità e la genitorialità nelle diverse fasi del ciclo di vita: sostenere il ruolo del genitore sul piano educativo e relazionale, nonché implementare le sue competenze nella gestione della quotidianità familiare e dei relativi conflitti; promuovere la capacità della figura materna di favorire l’attaccamento del bambino quale suo bisogno primario alla nascita; prevenire o ridurre gli esiti negativi delle più frequenti condizioni di criticità dei legami familiari, costituite: dal rischio di depressione post-partum nelle neo-mamme; dalle conflittualità e dalle contese sui figli durante la separazione coniugale; dalle crisi adolescenziali dei figli; dalla difficoltà di integrazione per le famiglie immigrate; prevenire o ridurre forme di isolamento sociale dei nuclei familiari, esasperate dalla pandemia in corso.

“I continui mutamenti culturali che caratterizzano la società attuale richiedono un Consultorio familiare attrezzato per quanto attiene alle competenze professionali così da qualificare la risposta ai bisogni della famiglia – aggiunge l’Assessore -. Un’esigenza che è resa ancora più indispensabile dall’attuale pandemia, e le conseguenze che ha prodotto a livello sociale. I destinatari finali del piano sono le famiglie, con particolare attenzione ai nuclei con neo genitori. Tramite una rete di consulenze e interventi mirati, condotti con metodologia appropriata da equipe composte da figure professionali specifiche, potranno essere sostenute al fine di una maggiore solidità dei legami familiari e di una loro capacità di tenuta di fronte a quelle prove della vita che troppo facilmente tendono a spezzare o deteriorare irrimediabilmente i rapporti interni al nucleo. Questo anche nell’ottica di una migliore integrazione delle famiglie stesse all’interno del contesto sociale di appartenenza”.