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Plasma iperimmune anti-covid: da Fidas 7mila donazioni l’anno

Fidas Vicenza si dimostra ancora una delle più importanti associazioni di donatori di sangue del Veneto e con le sue 7mila donazioni l’anno contribuirà a sostenere la ricerca scientifica e le sperimentazioni anche nell’emergenza covid-19.

“Siamo orgogliosi del lavoro dei nostri donatori, ma occorre andare avanti, continuare a donare e sostenere la ricerca scientifica e le sperimentazioni”, ha commentato il presidente Mariano Morbin.

Con una media di oltre 7mila donazioni negli ultimi cinque anni, Fidas Vicenza è tra le più importanti associazioni di donatori di sangue in Veneto, in fatto di raccolta del plasma. Un risultato di cui l’associazione non intende vantarsi, ma a partire dal quale si vuole sensibilizzare la popolazione a continuare a donare, visti i risultati positivi sul Covid-19 con l’utilizzo del plasma iperimmune.

Potrebbe essere nel plasma dei guariti, infatti, la chiave per curare, almeno nei casi più seri, i malati di Covid-19. La terapia con il plasma, ricco degli anticorpi sviluppati dal guarito, è una delle strade che si stanno percorrendo per trovare una cura a un virus per il quale al momento non esistono soluzioni definitive. In Italia si sta sperimentando al San Matteo di Pavia, insieme all’ospedale Carlo Poma di Mantova, ed i primi risultati, a detta dei ricercatori, sono incoraggianti.

“Sembra che la terapia con il plasma non sia una cura miracolosa – ha spiegato Mariano Morbin – ma, stando a quando rivelano gli addetti ai lavori, rappresenta uno strumento che insieme ad altri potrà consentirci di affrontare nel modo migliore questa epidemia. La plasmaferesi non è una cura per il coronavirus, né un farmaco. Il plasma dei guariti, però, grazie alla presenza di anticorpi neutralizzanti, permette di trattare i pazienti Covid-19 più gravi, prima che l’insufficienza respiratoria porti alla morte”.

Alla luce di questo è importante che i donatori guariti dal Covid, contattati dalle strutture sanitarie, continuino a donare Una volta di più, infatti, questa situazione dimostra come il dono del sangue si traduca in speranza di vita per molte persone che attraversano situazioni di difficoltà.

“I donatori di sangue sono preziosi. Lo sono sempre, non soltanto quando ci sono delle emergenze. Proprio nei momenti di difficoltà, però – ha aggiunto il presidente Morbin – l’attenzione è puntata su di noi. Un fenomeno, quello della visibilità, che non andiamo cercando, perché il nostro fare del bene è del tutto disinteressato. Le porte dei centri trasfusionali, dopo il periodo più difficile dell’emergenza sanitaria, sono riaperte ed accettano nuove candidature, nel rispetto delle misure di restrizione previste in questo momento. Auspichiamo che molti vicentini colgano questa opportunità”.

I centri trasfusionali di Thiene e Schio sono operativi con quattro aspiranti su prenotazione al numero 327 5986026.

È previsto il triage obbligatorio: non si deve andare a donare se si è in quarantena o si è venuti a contatto con qualcuno noto positivo per Covid-19, nei 14 giorni precedenti l’accesso al centro trasfusionale. Chi si presenta a donare il sangue deve indossare obbligatoriamente mascherina e guanti o gel come da ordinanza Regione Veneto.