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Piovene, la voragine in via Monte Cengio continua ad aprirsi. Tornano i geologi per risolvere il rebus

Da quando in strada si è creata la voragine, un mese fa, via Monte Cengio a Piovene Rocchette resta chiusa. Vani i vari tentativi di chiuderla: calcestruzzo e ghiaia che poco dopo la colata sprofondano. Un rebus al quale tenteranno nuovamente di rispondere dei  geologi incaricati dal Comune. A loro, tramite un’indagine geoelettrica con inversione tomografica ‘polo – dipolo’, il compito di rendere una ‘fotografia’ della struttura del sottosuolo. “In modo da consentirci di chiuderla definitivamente. Al momento per ragioni di sicurezza la strada resterà chiusa e la voragine debitamente controllata” precisa il sindaco di Piovene Rocchette.

I fatti. Tutto è iniziato il 4 maggio scorso durante alcuni lavori per conto di Enel Distribuzione, eseguiti da una terza ditta in via Monte Cengio. Uno scavo che man mano si sarebbe ingrandito, inghiottendo poi l’inerte di riempimento, come il titolare dell’impresa edile ha riferito agli uffici comunali. “Uno sprofondo che fin da subito ha fatto partire i lavori di Viacqua che tempestivamente è intervenuta per assicurare la rete fognaria-spiega il sindaco di Piovene Rocchette”. Un primo intervento del 6 maggio di Viacqua che scarica materiale nello scavo e lo sigilla con un piccolo getto di calcestruzzo con rete, fino alla quota del tubo della fognatura in modo che non cedesse. Un lavoro che il giorno dopo non c’è più, scomparso dentro la voragine. Stessa cosa poi il 20 maggio: gli operai riempiono ma tutto viene inghiottito nel terreno collassato. A non dare man forte, inoltre, anche le piogge di quei giorni.

Per capire perché e dove finisse il materiale di riempimento sono state riprese per mano le mappe storiche della rete fognaria del paese, per verificare l’esistenza di alcuni cunicoli che si troverebbero sotto quel pezzo di via Monte Cengio. Gallerie sotterranee che, secondo la memoria di alcune persone del posto, sarebbero dell’ex Lanerossi e all’epoca utilizzate per far scorrere  i liquami della tintoria al depuratore aziendale di Schio. Tutto questo mentre gli operai di Viacqua a più riprese cercavano di chiudere lo squarcio nell’asfalto e il Comune cercava, inultimente, di contattare anche la Marzotto Spa perché lo aiutasse a ricostruire la mappa dei cunicoli di loro proprietà. “Quindi, per capire cosa realmente ci fosse sotto la strada, e in modo da approntare un piano lavoro che definitivamente sani la voragine, il Comune ha incaricato dei geologi”. Specialisti che sono arrivati in paese col loro georadar lo scorso 17 maggio, rilevando delle cavità sotterranee tra l’incrocio con via Generale Dalla Chiesa fino al civico 9 di via Monte Cengio.  Il tutto mentre Viacqua, quasi in contemporanea, stava cercando nuovamente di chiudere la voragine senza esito positivo.

Una sorta di ‘cane che si morde la coda’, “al quale stiamo cercando con urgenza di trovare soluzione, incaricando gli esperti ad una nuova indagine geoelettrica con inversione tomografica ‘polo – dipolo’-conclude il sindaco di Piovene Rocchette-Mi auguro che con il secondo rilievo i geologi, che saranno sul posto venerdì 7 giugno, si riesca definitivamente ad avere una certa e chiara rappresentazione del sottosuolo in modo da approntare i lavori definitivi di chiusura della voragine-conclude il sindaco di Piovene Rocchette-Al momento via Monte Cengio, per precauzione e per sicurezza della viabilità, resta chiusa come da ordinanza e la voragine continuamente monitorata”.

di Redazione AltovicentinOnline