“La Commissione sui Pfas che si è insediata ha un compito preciso: dare un massiccio contributo di verità su tutta la vicenda. Se questo compito verrà fallito ci ritroveremmo di fronte ad una nuova presa per i fondelli, dopo le montagne di ritardi del governo veneto nell’intervenire: un nuovo flop che la Regione non può di certo permettersi”.
A dirlo la consigliera regionale Cristina Guarda (AMP), in occasione della prima seduta della Commissione consiliare d’inchiesta che si occuperà dell’inquinamento da Pfas.
“In questo senso – prosegue – sarà indispensabile mostrare forza e determinazione politica trasversale. In primo luogo per esigere che i massimi rappresentanti di Miteni si presentino in Commissione e si confrontino a viso aperto su tutte le questioni in ballo, tanto sulle responsabilità passate quanto sui passaggi futuri da compiere. L’annuncio di Miteni di un impegno di 40-50 milioni di euro per effettuare le bonifiche è buona cosa ma non può intenerire nessuno: o la commissione sarà incalzante e affamata di verità, oppure è meglio chiudere subito i battenti”.
In conclusione Cristina Guarda ricorda anche la “necessità di fare luce sull’omessa o incompleta comunicazione dei documenti che certificano, tra il 1991 e il 2009, le gravissime condizioni di inquinamento del terreno. Un fatto che ha portato ad una gestione sbagliata dell’area contaminata e ad inevitabili ritardi nelle azioni di protezione ambientale, di bonifica e di tutela della salute. Auguro al presidente Brusco un buon lavoro: la Commissione agisce in una fase cruciale, tra esigenze di verità, di protezione sanitaria dei cittadini e di rilancio delle aree contaminate. Questo incrocio esige la massima serietà di tutti: se così non sarà, non esiterò a denunciare puntualmente ogni atteggiamento rinunciatario o morbido da parte dell’organismo appena insediato”.