Nominare la ‘Pedemontana’ ad un primo cittadino, col territorio tagliato in due dal passaggio della superstrada veneta, è come voler scendere nella plaza de toros sventolando un drappo rosso.
Lo abbiamo fatto col sindaco di Sarcedo Luca Cortese, che non si è fatto incantare dal drappo, ma ha detto la sua sull’infrastruttura veneta.
Sindaco Cortese, qual è stata la sua prima reazione alla Zaia Tax per il rilancio dei cantieri della Pedemontana?
“Che è stata adottata la più semplice delle soluzioni: prendere i soldi dove sono sicuri, quindi dai contribuenti veneti. Ai cittadini era stato detto che col project financing potevano dormire sonni tranquilli, ora è tornato l’incubo della tassa – continua il sindaco di Sarcedo – Una soluzione andava ovviamente presa perché è impensabile lasciare i lavori incompleti: se lo stato dei cantieri restasse così comporterebbe gravi danni sia ambientali che sociali, per non parlare della sicurezza e della viabilità.”
E lei che soluzione avrebbe preso se fosse stato al posto di Zaia&C?
“Bella domanda. Potrei rispondere nel merito se avessi i dati del bilancio regionale sottomano – continua Cortese – Di certo partirei da un termine che hanno usato fin dall’inizio: hanno sempre detto che questa è un’opera ‘strategica’ per il Veneto, quindi avrei verificato in bilancio la possibilità di finanziarla, senza andare intaccare voci che, a mio modo di ragionare, sono veramente strategiche: la sanità e il sociale. Un concetto di ordine di importanza, il mio, che non collima di certo con quello attuato in Regione”.
Parere negativo quindi sul project financig? Si poteva farla in altro modo la Pedemontana?
“Come applicato in Veneto direi proprio così, ma lo dimostrano i fatti. Quello che a me lascia basito, visto che a spot cercano il consenso popolare denunciando quante tasse il Veneto versa a Roma e, considerato che negli ultimi 50 anni la provincia di Vicenza è stata la provincia che ha versato più tasse, i cittadini vicentini si meritavano opere ‘strategiche’ fatte coi soldi pubblici: la pedemontana e l’ospedale di Santorso”.
Ma la Pedemontana parte da Spresiano..
“La Provincia di Treviso in tutti questi anni ha fatto poco per la propria viabilità. Noi avevamo il tracciato della Nuova Gasparona che soddisfaceva ampiamente il traffico veicolare: bastava ampliarlo ed adattarlo”.
Parliamo del pedaggio, prima promesso gratuito ai residenti e ora non più.
“Sono assolutamente contrario perché avrà una grossa incidenza sul bilancio familiare o personale dei cittadini residenti che già hanno dato per questa strada: prima gli espropri e poi il convivere coi cantiere che li ha fortemente penalizzati – continua Cortese – Sono preoccupato che l’imposizione del pedaggio possa causare il versamento del traffico sulla viabilità locale, dubbio che fondo sulla complanari previste in progetto, ma ad oggi devono ancora essere messe in cantiere”.
Ultima domanda: a che punto sono le opere compensative e di miglioramento che erano state assicurate al comune di Sarcedo?
“In tutto erano quattro e per ora ne è stata realizzata una: il passaggio in galleria, anziché in trincea, del tratto della SPV in zona Santa Barbara – conclude Cortese – Le altre tre opere non sono ancora state realizzate e sono: marciapiede e illuminazione in via Casoni, una pista ciclabile in via Salbega e il marciapiede in via 2 giugno. Mi batterò perché vengano fatte”.
Paola Viero