“L’obbligo di legge di inserire il cognome del marito nella tessera elettorale è un elemento profondamente lesivo del diritto all’identità personale della donna. E come Partito Democratico siamo a fianco di Martina Acazi, una cittadina della provincia di Padova, che ha deciso di intraprendere una battaglia legale, di civiltà, nei confronti dello Stato”, questa la posizione di Vanessa Camani capogruppo Pd in consiglio regionale.
“Siamo convinti che sia necessario un intervento urgente del legislatore, per compiere un ulteriore passo lungo il cammino verso l’emancipazione femminile e una reale parità di genere- ha dichiarato Camani intervenendo ad un convegno che si è svolto a Padova e promosso dall’associazione Il Cantiere delle Donne-Oltre alla cancellazione del cognome del marito dalle tessere, crediamo sia indispensabile modificare anche il criterio della suddivisione delle file ai seggi, che rappresenta un’organizzazione dell’esercizio del voto ingiustificata, foriera di discriminazione e lesiva nei confronti di chi è ad esempio impegnato in un percorso di transizione di genere o per le persone di genere non conforme o non binario. L’esercizio del voto deve essere pienamente libero e non vincolato dal genere, dall’orientamento sessuale o dallo stato civile”.
