L’orso M4 non è sicuramente consapevole del caos che stanno suscitando i suoi pic-nic nell’Altopiano di Asiago e vista la battaglia che sta ingaggiando Coldiretti, forse c’è da augurargli di cambiare rotta velocemente e tornare in Trentino. Nessuna caccia all’orso con tanto di pelliccia esibita in salotto si spera, ma chi tutela i diritti dei ‘malgari’ ha deciso che così non si può andare avanti.
Martino Cerantola, presidente Coldiretti, ha attaccato duramente Angela Carli, presidente del mandamento Confcommercio di Asiago, dicendo: “Carli ha cambiato atteggiamento sull’indole dell’orso. Dopo averlo definito un animale che incute timore e fa calare l’attività turistica, ora lo considera un valore aggiunto per il comprensorio”. La posizione di Coldiretti è stata dura fin da subito, con il presidente Cerantola arrivato a sostenere che M4 uccideva per diletto e non per fame. Non è mai stato ipotizzato l’abbattimento dell’orso M4, bensì sono state sollecitate azioni di salvaguardia da parte di chi opera nel territorio per vivere e di quanti, da turisti o residenti, lo frequentano. “Tuttavia – sottolinea Cerantola – appare innegabile che l’orso in questione nelle sue frequenti visite alle malghe si comporta esclusivamente da predatore, quindi da animale assolutamente fuori controllo ed imprevedibile. Nessun qualunquismo è mai stato fatto dalla nostra organizzazione e non abbiamo mai sostenuto che tutti gli orsi sono pericolosi. È’ evidente però- ha continuato – che questo animale rappresenta un pericolo per la sopravvivenza delle malghe, perciò deve essere allontanato e portato in un luogo in cui possa essere sorvegliato senza fare ulteriori danni. Rasserena la sicurezza con cui Confcommercio esclude la pericolosità di questo animale, ma Coldiretti non ritiene di poter avanzare analoghe rassicurazioni ai cittadini ed ai turisti. E il pericolo sarà ancora più vivo quando, con il volgere al termine dell’estate, non trovando più mandrie l’orso M4 scenderà di quota per approvvigionarsi di cibo. L’orso è un animale che non conosciamo in quanto poco diffuso nel nostro territorio – ha concluso Cerantola – e proprio per questo non dobbiamo sottovalutarlo. Non possiamo nascondere, infine, il rischio che animali spaventati possano invadere le strade, aumentando il rischio di incidenti in un periodo di maggior traffico”.
E intanto dalla Regione Veneto arriva il via libera all’innalzamento dei limiti regionali di risarcimenti per danni causati da grandi carnivori, come orso, lince e lupo. Grazie a Daniele Stival, assessore alla caccia, per il 2014 il limite è stato alzato da 25mila a 50mila euro. “Gli incrementi di spesa si sono resi necessari per poter procedere sollecitamente ai risarcimenti – ha spiegato Stival – anche perché ci troviamo in presenza di un tendenziale incremento delle predazioni che complessivamente vanno registrandosi a livello regionale”. Er quanto riguarda invece i danni indiretti, come il recupero dei capi dispersi o l’impatto sulla produttività, la novità della delibera consiste nel fatto che sarà fissata come copertura, con successivi atti, una somma forfettaria del 10% del danno diretto.
Anna Bianchini