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Niente feste per Halloween, ma è boom di zucche nel vicentino

Carved Halloween pumpkin and human hands preparing other Jack O’lanterns

Boom di vendite di zucche in provincia di Vicenza.

“Fedeli alle tradizioni, i consumatori vicentini vanno alla ricerca dei prodotti tipici per realizzare i piatti della tradizione – ha spiegato il presidente provinciale di Campagna Amica Raffaele Cogo – Ma non solo, infatti, zucche ed altri frutti di stagione vengono anche impiegati per realizzare delle composizioni per riempire di colore la casa. Riscopriamo, in poche parole, le vecchie abitudini”.

Cogo traccia un primo positivo bilancio del weekend di Halloween all’insegna del “Dolcetto e scherzetto tra le mura domestiche”.

In Italia sono duemila gli ettari totali dedicati alla coltivazione della zucca. Lo afferma lo studio di Coldiretti diffuso oggi in occasione del weekend dedicato all’ortaggio di stagione che trionfa su orti e tavole imbandite, in cucina nei piatti, ma anche come decoro.

Quest’anno l’emergenza Covid, che azzera feste ed assembramenti, trasferisce Halloween tra le mura domestiche, dove diventa protagonista la zucca per realizzare le mostruose sculture da esporre sui davanzali delle finestre, ma anche per gustare i prelibati menù.

Nei mercati di tutta la provincia sarà possibile, per i ritardatari, acquistare comunque una zucca, andando alla ricerca della più grande e vivace, per fare invidia ai vicini di casa.

“Dalla padella all’intaglio per realizzare il caratteristico simbolo delle streghe – ha aggiunto Cogo – si è registrato un boom di richieste nei mercati e tra gli agriturismi pronti ad effettuare anche consegne di pasti e cene a domicilio, per accaparrarsi in tempo l’ortaggio più grande del mondo con le produzioni aumentate in quantità del 15%, nonostante le anomalie climatiche che hanno portato a perdite in alcuni territori”.

Il consiglio di Coldiretti è di acquistare le zucche direttamente dagli agricoltori, per assicurarsi un prodotto Made in italy, ma anche per sostenere l’economia e l’occupazione locale, in un momento difficile per il Paese.

La legge impone oggi di indicare l’origine sulle zucche fresche intere, ma non su quelle tagliate, né su quelle trasformate, né sui classici semi di zucca. Così, avverte Coldiretti, aumenta il rischio di portare a tavola zucche provenienti da paesi dove non vigono le stesse regole sull’uso di pesticidi, come nel caso dell’Egitto e della Tunisia, tra i principali esportatori in Italia assieme al Portogallo.

Nel 2019 l’Italia ha importato circa 8,6 milioni di chili di zucca, ma nei primi sette mesi del 2020 le importazioni sono aumentate del 42%, trascinate anche dall’effetto lockdown, con aumento delle preparazioni casalinghe.

“Purtroppo l’emergenza Coronavirus ha portato all’annullamento di sagre e fiere legate alle zucche – ha concluso Cogo – che rappresentavano l’occasione per acquistare direttamente dai produttori zucche di tutte le dimensioni e varietà, comprese quelle non commestibili per usi ornamentali, ma rimangono i mercati degli agricoltori di Campagna Amica con la propria rete di vendita diretta per acquistare il gigante degli ortaggi in filiera corta”.