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“Motorizzazioni al collasso, esami e patenti in ritardo”, Covolo interroga il Ministro

I problemi della motorizzazione finiscono sul tavolo del ministro ai Trasporti Paola De Micheli grazie all’onorevole di Breganze Silvia Covolo, che con un’interrogazione ha segnalato “innumerevoli disservizi nelle principali motorizzazioni italiane e ritardi senza fine a danno di vicentini”.

La Lega ha segnalato da tempo lo stato di emergenza nella quale versano numerose realtà territoriali come Vicenza dove si accede ormai soltanto su prenotazione cinque giorni a settimana con 10 addetti in presenza (su 20 in organico), che riescono ad evadere circa 5 pratiche al giorno, con conseguenti disagi per cittadini ed operatori.

“Ho presentato un’interrogazione al ministro Paola De Micheli affinché si attivi, con la massima sollecitudine, per porre fine a questi disagi che interessano anche i cittadini vicentini – ha spiegato Silvia Covolo, componente della Commissione Finanze alla Camera – In generale, gli Uffici delle Motorizzazioni Civili soffrono da tempo una gravissima mancanza di personale, che non consente più l’espletamento in tempi rapidi dei compiti istituzionali cui gli uffici sono preposti, quali il rilascio e rinnovo patenti, revisioni e collaudi di veicoli. In particolare, la disponibilità di servizi non è sufficiente a coprire le richieste che provengono dal territorio, nonché da autoscuole, studi di consulenza, autotrasportatori, costruttori e installatori veicoli: situazioni di disagio, già ampiamente e ripetutamente manifestata al ministro in numerosi atti parlamentari, ai quali si è aggiunto il fermo delle attività a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19. Dall’inizio del 2018 alla fine del 2019 in molti uffici sparsi sul territorio nazionale i tempi medi di attesa sono passati da 2 a 4/5 mesi per gli esami di guida, e fino a 6 mesi per l’emissione del duplicato della patente, senza considerare che i tempi di attesa per l’effettuazione della revisione di un veicolo pesante o del collaudo di un impianto a Gpl arrivano anche ad un anno. Con la sospensione delle attività dovuta al Covid i tempi di attesa sono ulteriormente aumentati, oltre le più ragionevoli aspettative – ha concluso Silvia Covolo – I ritardi accumulatisi nell’evasione delle pratiche si riflettono su tutti gli utenti professionali che hanno necessità di lavorare il numero più elevato possibile di pratiche per compensare i mancati introiti patiti nel periodo di chiusura forzata e per superare il concreto pericolo di licenziamento del personale impiegato”.

di Redazione Altovicentinonline