(comunicato stampa)’Nel totale immobilismo e nella mancanza di soluzioni concrete che contrastino la crescente e incontrollata presenza di alcune specie di fauna selvatica sul nostro territorio – afferma il Capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale del Veneto Sergio Berlato –, noi di Fratelli d’Italia abbiamo ritenuto necessario rispondere ancora più convintamente alle richieste di aiuto pervenuteci da tutta la regione, affrontando il problema del lupo a livello regionale ma anche a livello statale.
Dopo il deposito del Progetto di legge regionale, sulla falsariga di quella del Trentino Alto Adige già dichiarata perfettamente legittima dalla Corte costituzionale, abbiamo depositato anche un Progetto di Legge Statale di iniziativa regionale recante “Misure di prevenzione dei danni provocati dai grandi carnivori e di contenimento delle popolazioni in esubero rispetto alla sopportabilità del territorio e alla loro compatibilità con le attività antropiche” – annuncia l’on. Sergio Berlato.
Il nostro obiettivo è trovare una soluzione che risulti adeguata e che ponga rimedio a questa oramai intollerabile situazione, così da salvare il sistema socio economico, unico nel suo genere, delle nostre montagne e dei nostri territori, seriamente compromesso dalla crescente e incontrollata presenza dei grandi carnivori tra i quali il lupo sta creando l’abbandono del territorio da parte dei nostri malghesi e dei nostri allevatori.
Riteniamo necessario dare risposte puntuali e concrete – prosegue Sergio Berlato Presidente della Terza Commissione permanente del Consiglio regionale del Veneto – e porre fine all’inerzia del Governo nazionale, al quale abbiamo più volte richiesto di dotarsi di un Piano nazionale di gestione del lupo, che permetta il monitoraggio, il censimento e, laddove necessario, l’abbattimento dei lupi in esubero, al fine di definire un equilibrio che possa garantire la durevole conservazione delle specie, di rendere compatibile la presenza della specie stessa con le attività antropiche e con la condivisa necessità di tutela dell’ecosistema.
Riteniamo indispensabile agire subito – conclude l’on. Sergio Berlato –, abbiamo vissuto un’altra stagione con l’attività di alpeggio ancora martoriata da continue e crescenti predazioni da parte dei lupi che stanno portando all’esasperazione i nostri allevatori.
Non accettiamo più che i nostri allevatori ed i nostri malghesi si sentano ancora abbandonati dalle istituzioni troppo condizionate da una crescente demagogia animalista, pronte a fare crociate per garantire i diritti dei lupi ma poco sensibili a garantire i diritti degli allevatori e di coloro che, con la loro attività quotidiana, hanno sempre garantito la manutenzione e la salvaguardia del territorio e dell’ecosistema’.
comunicato stampa
Risposta della consigliera Guarda: ‘Basta con il fucile facile’
incostituzionale, ma lo stop inflitto dalla Terza commissione, evidenzia solo il tempo perso nella
prevenzione vera, con gli allevatori abbandonati letteralmente a se stessi, e nella mancata
protezione della nostra economia montana”. Queste le parole della consigliera Guarda (Civica per
il Veneto) all’indomani della bocciatura del Pdl proposto sull’abbattimento dei
grandi carnivori e dell’ennesimo rinvio .
La consigliera Guarda preferisce spostare l’attenzione dalle discussioni interne alla maggioranza alle
proposte concrete, prendendo spunto da altre esperienze: “Il Piemonte da vent’anni ha un centro
di monitoraggio, gestione e conservazione grandi carnivori ed esiste un Network Lupo, per
conoscere il numero, gli spostamenti e i branchi. In Veneto cosa sappiamo, anche solo a livello
di cifre? Nulla, si lavora su stime oscillanti e dopo l’uscita del Veneto dal progetto WolfAlps, da
dove arrivavano fondi proprio per finanziare il monitoraggio, siamo nel caos assoluto,
nonostante siano passati ormai sei anni dalla formazione del primo branco in Lessinia”.
“La Giunta ribadisce di aver fatto tutto il possibile, ma la realtà vissuta sulla propria pelle dagli
allevatori è completamente diversa: promesse mai mantenute e sistemi di prevenzione in ritardo
e comunque inadeguati se paragonati a quelli di altri Stati europei e altre Regioni. Nonostante
le numerose sollecitazioni, il Consiglio non se ne è mai occupato seriamente, preferendo
alimentare la diatriba ‘lupo sì, lupo no’. Che serva un Tavolo tecnico e scientifico, anche
sovraregionale, è ovvio. Invece si agisce solo sull’onda dell’emergenza, senza programmare e
fornendo invece scorciatoie semplicistiche e impraticabili, come la proposta di Fratelli d’Italia.
La Francia, per fare un esempio, affronta il problema dal 1992 e ha ammesso che abbattimenti
casuali non hanno ridotto né i lupi né gli attacchi. E così nel 2017 hanno commissionato due
studi tecnici per progetti di contenimento e prevenzione, più efficaci degli abbattimenti. Da noi
nessun studio”.
L’esponente della lista CpV allarga poi il tiro, citando uno studio pubblicato dalla Regione Veneto in
cui si evidenziava come la presenza di selvaggina diminuisse il numero di predazioni. “Nel volume
‘Carta della Vocazione Venatoria del Veneto 2013’ si legge che ‘l’incidenza degli ungulati
domestici nella dieta del lupo è andata calando significativamente in Italia, parallelamente
all’aumento della disponibilità di ungulati selvatici’. È pertanto verosimile che in un contesto
quale quello veneto, i danni al patrimonio zootecnico, dopo la fase acuta iniziale legata
alla mancanza di una strategia difensiva da parte dell’allevatore, possano essere fortemente
contenuti attraverso la riduzione del rischio di predazione e una corretta gestione dell’attività
venatoria. Purtroppo – aggiunge la consigliera – la lobby delle doppiette che ha come riferimento
il capogruppo di Fdi Berlato trova ampio ascolto da tutta la maggioranza per gli abbattimenti,
senza entrare sui temi di vietare la caccia alla selvaggina nelle terre del lupo e quello di
ridimensionare il prelievo di selezione. Però meno selvaggina in circolazione significa più
attacchi domestici nelle malghe”.
“Se si vuole passare ai fatti e venire incontro agli allevatori si smetta di proporre leggi
inapplicabili e si trasformino in atti quelle promesse che sono già competenza della nostra
Regione, sostenendo l’opera di mediazione politica in Conferenza Stato-Regioni per rendere
irrinunciabile la definizione di un Piano Lupo nazionale. Trasformare invece la questione in un
dibattito tra chi vuole il lupo vivo e chi lo vuole morto è la peggiore azione politica che ci si può
aspettare da una istituzione. Le soluzioni ci sono, solo che serve lavorare e darsi da fare, agendo
in cooperazione con le regioni confinanti, Trentino e Friuli, anche perché, ricordiamolo, i
confini che esistono per gli uomini non valgono per gli animali”. (Comunicato Stampa)