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Lugo. La storia d’amore e di emigrazione di Camilo e Jennifer. Il dolore e la difficoltà per uno status

Il fenomeno migratorio è da più di trent’anni uno dei temi principali dell’agenda politica e mediatica italiana: la sfera pubblica del nostro paese è ormai satura di propaganda, discussioni e notizie divulgate con l’unico obiettivo di alimentare un dibattito ideologico e strumentale.

Difficilmente però si collegano i numeri delle migrazioni umane alle storie vere delle persone protagoniste di esse. Indagando più a fondo nella vita degli abitanti stranieri dell’altovicentino, però, il nostro territorio si rivela ricco di racconti di sacrificio, paura, coraggio, speranza e amore, perché dietro ad ogni numero c’è prima un essere umano e solo dopo un’emergenza da gestire nel timore del collasso.

Testimonianza dell’immenso valore umano che può avere una storia di immigrazione, ad esempio, sono le vicende che raccontano Camilo Giraldo e Jennifer Tabima, una coppia di origine colombiana da qualche anno stabilitasi nel comune di Lugo di Vicenza.

In Colombia abitavamo uno di fronte all’altra – racconta la ragazza nel tentativo di spiegare l’intenso legame che la unisce al marito – poi Camilo è emigrato in Italia appena finita la scuola superiore -. Il giovane, infatti, si è trasferito all’età di 17 anni, quando, con l’obiettivo di trovare condizioni di vita migliori e ricongiungersi con la famiglia, ha raggiunto la madre che già abitava nel nostro paese insieme al marito italiano. I successivi mesi sono stati un periodo difficile per la coppia, la quale ha dovuto vivere 5 lunghi anni di lontananza e nostalgia prima di poter cominciare una vita insieme. L’attesa è stata interminabile ma quando finalmente è arrivato il momento di raggiungere Camilo in Italia ero così entusiasta che ho dimenticato tutti i dolori del passato e mi sono catapultata nel sogno di una nuova quotidianità insieme, non vedevo l’ora di costruire il nostro futuro – rivela Jennifer e continua -; naturalmente all’inizio ci siamo dovuti abituare alla convivenza, ma dopo neanche un mese abbiamo compiuto con sicurezza una delle scelte più importanti della nostra vita, ci siamo sposati.

Il 9 marzo 2023 Jennifer e Camilo hanno festeggiato l’inizio di un nuovo capitolo della loro vita in cui non avrebbero più dovuto separarsi, inconsapevoli però del tormentato destino che li avrebbe aspettati una volta recatisi in Questura per ottenere il permesso di soggiorno della ragazza.

“Essere una coppia straniera e dover affrontare l’insidioso iter burocratico che precede il rilascio del permesso di soggiorno non è facile, soprattutto se si conosce poco la lingua locale. Camilo racconta – Nessuno ci aveva spiegato che nel momento in cui Jennifer sarebbe atterrata in Italia avrebbe dovuto recarsi entro 8 giorni in questura per ottenere la “Dichiarazione di presenza”, documento senza il quale non è possibile ottenere il permesso di soggiorno”.

La coppia confusa e preoccupata ha chiesto ai funzionari della questura se ci fosse una soluzione per risolvere l’incomprensione, ma l’unica risposta che hanno ottenuto è stata: “Signora, se lei non è sposata con un cittadino italiano non c’è nient’altro che possiamo fare”.

A soli pochi mesi dal matrimonio Jennifer è stata costretta a ritornare in Colombia per un minimo di 3 mesi, riaffrontando ciò che più temeva, la separazione dal marito. -E’ stato uno dei periodi più bui per me- spiega il ragazzo -,knon mi sarei mai aspettato di dover attendere ancora-. Per fortuna dopo innumerevoli tentativi Jennifer è riuscita ad ottenere un secondo appuntamento in questura a Gennaio e, grazie alla nuova consapevolezza della coppia, ha ottenuto il permesso di soggiorno per un anno.

Le sfide per i due giovani non sono finite: Camillo ha cercato per molto tempo un’abitazione in cui convivere con la moglie ma ha avuto molto spesso problemi ad ottenere un mutuo con la banca, in quanto, anche se possedeva un lavoro stabile da cinque anni, non era cittadino italiano. Inoltre per Jennifer è iniziato un difficile percorso di integrazione lavorativa – Mi sento sottovalutata dalle agenzie di lavoro solo perchè non possiedo la patente, nella mia città non passano molti bus quindi mi sono offerta di muovermi in bici ma hanno persino dubitato che io fossi in grado di pedalare . Oltre a ciò non è da sottovalutare l’importanza di sentirsi accolti dalla comunità e dai coetanei, anche se per fortuna, tengono a precisare gli intervistati, grazie alla passione per il calcio di Camilo la coppia ha trovato nella “Associazione Calcio Lugo Calvene” una realtà locale aperta ai giovani di qualsiasi retaggio culturale in cui hanno potuto conoscere amici e confidenti. Inoltre il comune ha offerto alla ragazza la possibilità di partecipare gratuitamente ad un corso d’italiano.

Nonostante la quotidianità di Jennifer e Camilo sembra aver raggiunto una fase di stabilità, la coppia si sente ancora segnata dalle difficoltà passate e vive nel timore di inciampare un’altra volta in qualche cavillo legale che possa interferire nell’equilibrio finalmente ottenuto. – Sarebbe molto importante per me ottenere la cittadinanza – continua il ragazzo – in questo modo il rinnovo del permesso di soggiorno di Jennifer sarebbe più semplice -.

Come spiega l’agenzia “Studio Intercultura” di Thiene, servizio che offre consulenza e supporto nella legalizzazione delle pratiche per l’immigrazione, possedere la cittadinanza italiana non solo consente di accedere con più facilità ai servizi bancari, assicurativi ed immobiliari, ma può agevolare in modo significativo i componenti della propria famiglia nella regolamentazione della loro permanenza in Italia.

Infatti, se Camilo fosse stato cittadino italiano nel momento in cui la coppia si è presentata in questura per la prima volta, si sarebbe probabilmente potuto ovviare il problema della mancata dichiarazione di presenza: la ragazza avrebbe potuto ottenere il permesso di soggiorno per “Coesione familiare con un cittadino italiano”, documento che generalmente permette ai familiari stranieri del cittadino di regolarizzare la propria situazione in Italia anche tramite altre vie.

” Vivo e lavoro in Italia da 6 anni, so che se avessi avuto la cittadinanza nel 2023 io e Jennifer forse non avremmo dovuto separarci di nuovo – prosegue Camilo -, per questo spero e ho fiducia nel “referendum della cittadinanza”, potrebbe veramente aiutarci a costruire un futuro in Italia senza sentirci sempre ostacolati dal nostro passato. Il mio sogno è far crescere i nostri futuri figli in un ambiente ricco di possibilità e permettere alle nostre famiglie di venire a trovarci in Italia e vivere tutte quelle esperienze che non hanno mai nemmeno sperato di provare. Mi sento tanto fortunato ad avere Jennifer al mio fianco”.

Gioia D’Anna