“E’ una vicenda dolorosa”.

Così il presidente del Veneto Luca Zaia ha risposto oggi ai giornalisti che gli chiedevano delle rivelazioni nell’ultimo libro di Bruno Vespa, con la smentita a Nature della Regione Veneto sulla ricostruzione fatta dal professor Andrea Crisanti in relazione alla strategia veneta contro il Covid con ,  tra l’altro,  l’idea di tamponi a tappeto per tutta la popolazione di Vò, in realtà effettuati dalla Asl di Padova.

E’ in realtà, invece, secondo la lettera inviata alla rivista dalla direttrice della prevenzione della Regione Veneto Francesca Russo, un programma per cui i tamponi sarebbero stati effettuati per decisione dello stesso presidente della Regione già il 21 febbraio scorso alla notizia dei due primi casi del Covid nel paese euganeo.

Una versione dei fatti che contrasta con quanto lo stesso professor Crisanti aveva più volte sostenuto e ora la vicenda è ricostruita nel libro di Bruno Vespa.
Adnkronos
La replica di Crisanti
‘Questa lettura dei fatti è falsa e fuorviante, sto provvedendo a diffidare Vespa. Le prove di come siano andati davvero i fatti sono nelle carte e anche nello scambio di whatsapp con il governatore Zaia. Si tratta di messaggini dell’8 e 9 marzo di quest’anno, nei quali gli anticipavo i risultanti sorprendenti dell’esperimento di Vo’, dove era emersa l’alta quota di asintomatici, proponendo di esportare quel modello di sorveglianza attiva. Gli scrivevo che la mia idea era quella di raddoppiare la capacità di fare tamponi. E gli suggerivo di creare la capacità di fare tamponi in tutte le province del Veneto iniziando a testare i cittadini che lamentavano sintomi e tutti i loro contatti per estenderli a tappeto in un raggio di centro metri. Proponevo anche di testare le categorie a rischio… Lui mi rispose di sentire la dottoressa Russo per definire il programma, aggiungendo che era gia stata informata’. Sono le dichiarazioni rese dal dottor Crisanti al Corriere.it
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