L’America del vino si mobilita per boicottare Gianni Zonin, il ‘re del vino’, che non ricorda e non sa nulla di come ha rovinato un esercito di azionisti vicentini che ha gettato sul lastrico senza pietà, sta avendo gli onori della stampa internazionale. Ma questa volta non è pubblicità gratuita come spesso ha avuto immeritatamente, anche dalla stampa nazionale e locale. Questa volta gli americani vogliono fare partire una campagna per boicottare i vini Zonin . E’ addirittura finito su una rivista specializzata americana sul vino e questo la dice tutta su come il noto imprenditore pagherà, se la lenta e deludente giustizia italiana rischia di arrivare quando i buoi (leggi quote azionarie delle sue società) sono già scappati, lo scotto di essere a capo di un marchio che fattura da capogiro con l’export e si prepara ad una crisi non indifferente, se i consumatori americani decideranno di aderire alla campagna di boicottaggio dei suoi vini.
Sul giornale americano, si parla di Zonin come un tempo si parlò di Al Capone
Almeno lui risparmiava gli anziani, mentre i pensionati erano le ‘prede’ innocenti di un meccanismo che faceva diventare esperti di borsa anziani con la quinta elementare pur di vendergli azioni di nessun valore. L’articolo sulla rivista americana parla di come, appena qualche settimana prima del crack ufficiale della Banca Popolare di Vicenza e della rovina dei risparmiatori, per i quali è in agguato l’azzeramento delle azioni, lui passeggiasse come un vip in via Montenapoleone a Milano. Consorte presa dalle vetrine luccicanti della sfarzosa strada milanese e lui, con fare da miliardario la segue mentre guarda sfrenatamente il cellulare come un uomo d’affari.
Come se tutto quello che sta colpendo risparmiatori e azionisti non fosse affare suo. Stesso atteggiamento non sfuggito durante le audizioni in seno alla commissione d’inchiesta indetta dal Parlamento sul caso Banche, dove lascia di stucco il suo glaciale ‘non ricordo’, il suo vano tentativo di difendersi con un ‘ormai sono anziano e ho dei vuoti di memoria’.
Quasi una beffa al dolore lacerante di cui sono ormai ammalati i risparmiatori che non si danno pace e invocano giustizia. Risparmiatori, che ogni giorno subiscono un cazzotto in pancia quando, proprio come racconta DoBianchi in America, vengono sequestrati a Zonin i beni cautelativamente: ‘Zonin e la sua famiglia hanno fatto nuovamente notizia questa settimana sui media italiani quando è stato riferito che le autorità italiane avevano sequestrato solo 346.000 euro all’ex banchiere in seguito allo scandalo finanziario.
“Una goccia nel mare”, è stato il modo in cui Giulio Romani, Federazione sindacale italiana (Prima Cisl), lo ha descritto. “Corrisponde a malapena al 34% dello stipendio di Zonin di oltre 1 milione di euro nel 2015”.
In un altro rapporto pubblicato sui media italiani all’inizio di questa settimana, gli investigatori finanziari hanno riferito che al fine di proteggere la sua fortuna, l’enologo ha trasferito la proprietà di “quasi tutte le sue proprietà” a uno dei suoi figli e sua moglie in due transazioni il 15 gennaio e il 13 maggio 2016.
Secondo il magistrato italiano Roberto Venditti, il giudice che ha ordinato il sequestro, “l’imputato ha dato la maggior parte delle sue risorse finanziarie ai membri della famiglia nel corso di due anni”.
La notizia del sequestro e gli accordi finanziari di Zonin sulla scia del crollo della banca hanno fatto crescere ancora il numero dei membri della pagina Facebook Noi che credevamo nella Banca Popolare di Vicenza’.
Natalia Bandiera
“Boycott Zonin wines” movement emboldened as details of financial misdeeds emerge
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