E’ passato per Thiene, accolto da un centinaio di persone orgogliose e commosse, ‘Il cammino della speranza’, la staffetta che copre 650 chilometri lungo il tratto italiano della ‘Rotta Balcanica’. Una staffetta di buone intenzioni, con atleti che si passano di mano in mano il simulacro contenente le pagelle dei bambini migranti che fuggono da casa alla ricerca di un futuro.

Sono quei bambini della ‘Rotta Balcanica’, con i loro genitori e i tanti adulti al loro fianco, che percorrono quel pezzo di strada provenendo dai paesi dell’est, per raggiungere il nord Europa.

Un cammino lungo, ma soprattutto difficilissimo, con ostacoli nei paesi balcanici che stanno scuotendo l’opinione pubblica per gli orrori documentati dalle associazioni umanitarie.

Al freddo, senza nemmeno un tetto sulla testa né muri ad arginare il vento gelido dell’inverno, spesso costretti a nascondersi nel bosco anche con bimbi piccoli.

E’ recente la morte documentata di un bambino di un anno, in fuga con la famiglia che sperava di potergli dare un futuro. Ma per uno di cui si è a conoscenza, ce ne sono centinaia di cui non si sa nulla.

E’ per loro che Missionland, l’associazione umanitaria di Carrè di cui è presidente Roberto Maculan, sta lavorando senza sosta da oltre un anno. Hanno preparato docce per i campi profughi, raccolto materiale. E sono lì, spesso vicino a quegli uomini, donne e bambini dimenticati, le cui vite sembrano non valere nulla.

Partita da Trieste il 15 dicembre con direzione Oulx, la staffetta è arrivata poco dopo le 17 a Thiene ieri, venerdì 17 dicembre.

E’ Roberto Maculan, con il volto stanco ma l’anima accesa dalla voglia di fare qualcosa di cncreto per aiutare queste persone, a spiegare la situazione e che cosa sono i problemi della ‘Rotta Balcanica’: “Lungo tutta la rotta continuano a verificarsi misure che mettono a rischio le persone migranti come violenze torture, respingimenti e restrizioni arbitrarie – spiega – Migliaia di chilometri per famiglie, donne e bambini in condizioni di spaventose di sofferenza, degrado, malattie. Purtroppo la realtà è che vengono ricacciati indietro con ogni mezzo. La nostra marcia vuole sensibilizzare la popolazione rispetto alla grave realtà di queste persone che sono state costrette ad abbandonare le loro case e gli affetti nella speranza di un futuro migliore, ma la maggioranza scappano dalla guerra che ha distrutto tutto, pertanto hanno diritto ad essere accolti nella Europa. E’ utile puntualizzare che molti di questi profughi non vogliono fermarsi in Italia, una grande percentuale hanno familiari che li aspettano nei paesi del nord Europa, ad esempio in Germania o in Svezia. L’obiettivo del comitato organizzativo, è di sensibilizzare più persone possibili, per questo hanno deciso di coinvolgere le associazioni locali delle province che tocca il cammino della speranza”.

Le pagelle dei bambini migranti

Gli atleti che percorrono sia a piedi sia in bicicletta la rotta, portano con loro un testimone che passa di mano in mano, nel caso del Cammino della Speranza il testimone custodisce il simulacro di pagelle di bambini migranti. La scelta è per ricordare una pagella, con i voti delle materie scritte in arabo e francese. Era nascosta dove si tengono le cose più care, ripiegata con cura e cucita nella giacca: quella scheda, conservata con amore e orgoglio, forse anche nella speranza che dimostrasse le sue buone intenzioni, è tutto ciò che sappiamo del suo proprietario, un ragazzo di quattordici anni morto nel Mediterraneo senza che nessuno lo potesse piangere. A raccontare quella storia era stata l’anatomopatologa che ha preso in carico la salma del bimbo. Quella pagella racchiude tutta la speranza di un futuro migliore per i bambini e i ragazzi che percorrono questa o altre rotte di fuga da guerra e fame, vuole comunque ricordare che loro possono essere un aiuto per la società, e non un peso. La staffetta è scortata durante tutto il percorso da due mezzi dell’associazione, anche un camper dove gli atleti hanno la possibilità di avere un ristoro, e di un pullman omologato ed attrezzato come ospedale mobile, ma ci sono diversi Comuni che hanno voluto scortare il passaggio della staffetta come simbolo di accoglienza, riscontro che ha fatto veramente piacere.

La staffetta

La staffetta è stata ideata da Missionland, l’associazione di Carrè, che per l’occasione è stata affiancata da altre associazione che collaborano insieme da diversi mesi sulla rotta Balcanica:  Rainbow4Africa NGO Torino – Linea d’Ombra ODV (Trieste) – Ente Nazionale Giuseppini del Murialdo (ENGIM) Veneto – l’Istituto Sindacale per la cooperazione allo sviluppo (ISCOS Veneto), Fondazione Mamre – Torino, la sezione italiana di Danish Refugee Council (DRC Italia)

La staffetta, che è partita da Trieste e si è fermata a Portogruaro, Mirano e Thiene proseguirà per Chievo, Verona, Curno, Milano, Torino e arriverà a Oulx.

di Redazione Altovicentinonline

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