In base al calendario venatorio 2021-2022 approvato dalla giunta regionale, in Veneto la stagione si aprirà domenica 19 settembre e chiuderà lunedì 31 gennaio, con alcune giornate di pre apertura (1, 2, 4, 5, 6 settembre) per merlo, ghiandaia, gazza, cornacchia nera e cornacchia grigia. È poi confermata la caccia al colombaccio e alla tortora, con pre apertura dell’1 e il 2 settembre. Il calendario venatorio specifica le specie ammesse a prelievo ed i relativi periodi di caccia; il numero delle giornate settimanali di caccia, che non può essere superiore a tre, con possibilità di libera scelta al cacciatore, ad esclusione dei giorni di martedì e venerdì, con integrazione di due giornate per la sola caccia alla fauna migratoria da appostamento nei mesi di ottobre e novembre; il massimo giornaliero e stagionale di selvaggina presa e l’ora di inizio e di termine della giornata venatoria. “Anche quest’anno il lungo e approfondito lavoro istruttorio ha prodotto un calendario equilibrato, rispettoso dell’ambiente, delle normative europee e nazionali, della consistenza numerica delle diverse specie e del diritto dei cacciatori ad esercitare la loro passione”, commenta l’assessore regionale alla caccia, Cristiano Corazzari.
L’opposizione all’attacco
Torna poi a criticare il metodo lo speaker delle minoranze Arturo Lorenzoni. “Questo è stato un blitz e penso sia un modo non corretto di gestire le commissioni consiliari”. Al netto del fatto che già alla fine dello scorso anno, al momento di approvare la precedente proroga al vecchio piano faunistico, la stessa minoranza aveva suggerito di prorogarlo fino alla fine del 2021 perché entro agosto sarebbe stato difficile arrivare al nuovo documento, la nuova proroga annunciata aumenta ora il tempo a disposizione, portando appunto la scadenza al 31 gennaio 2022. Ma ora l’importante è che “si apra un vero confronto con tutti i soggetti interessati e che le istanze delle associazioni siano prese in considerazione”, conclude Francesca Zottis