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In cinque mila per Sammy, il ricordo degli amici e della mamma: “Sei stato un dono speciale”

“Sicuramente in molti diranno che ho perso la mia battaglia contro la malattia. non ascoltate. Non c’è mai stata nessuna battaglia da combattere. C’è stata una vita da abbracciare per com’era, con le sue difficoltà, ma pure splendida, né premio, né condanna, semplicemente un dono che mi è stato dato da Dio”. Sono alcune parole della lettera-testamento che Sammy Basso, il biologo affetto da progeria scomparso domenica scorsa, a 28 anni, ha scritto appositamente per il giorno del suo funerale e che ha fatto avere ai suoi genitori, dopo la sua morte. E  quel giorno è arrivato, purtroppo, il testo- un inno alla vita e una fortissima testimonianza di fede- è stato letto durante l’omelia dal vescovo di Vicenza, Giuliano Brugnotto, di fronte a una platea di cinque mila persone nel campo sportivo di Tezze sul Brenta, il paese dove ha vissuto Sammy.

Erano tutti lì, sotto il palco, a pregare, cantare, commuoversi. La cerimonia per l’ultimo saluto a Sammy si è tenuta all’aperto, per consentire a tutti di esserci. Il Comune per facilitare gli arrivi e gli spostamenti dei partecipanti, in arrivo da tutta Italia e anche dall’estero, ha persino organizzato delle navette. All’arrivo del feretro, si è alzato un rispettoso silenzio. Poi, come riporta il quotidiano veneto il Gazzettino, è stata una “festa di colori”, proprio come lui aveva dato disposizione. La cerimonia è stata accompagnata dalle note e dalle voci di un coro numeroso di ragazzi e ragazze.

GLI AMICI: “AVEVI LA TESTA DURA MA IL CUORE GRANDE”

“Caro Sammy, avevi la testa dura, ma il cuore grande. Eri e sarai sempre il riferimento del nostro gruppo”, lo hanno ricordato così gli amici, durante i funerali in corso negli impianti sportivi di Tezze sul Brenta, davanti a circa cinquemila persone. “Avevi anche dei difetti- riporta il discorso di uno degli amici il Gazzettino-Nonostante ti dicessimo sempre che dovevi stare attento, a non farti male, tu volevi sempre ballare assieme a noi, povere le tue anche… Poi il modo in cui dormivi, le coperte non dovevano mai toccarti i piedi. E le tue scarpe strane, non c’era modo di riuscire ad infilartele giuste al primo colpo”. “Noi- ha concluso – vogliamo ricordarti pensando che un domani, grazie alla tua determinazione e ai tuoi studi, un dottore potrà diagnosticare la progeria di una bambino, e finalmente potrà dire ai genitori che c’è una cura, e che il loro potrà crescere sano e forte”

LA MAMMA: “GRAZIE SAMMY, SEI STATO UN DONO SPECIALE”

La mamma, Laura Lucchin, è intervenuta in chiusura della cerimonia con un messaggio per gli amici e per il figlio scomparso. “Grazie per averlo amato e accettato per la sua unicità- ha detto alle persone che gli sono sempre state vicine- per averlo accompagnato al suo percorso di crescita, rendendo la sua fatica più lieve e lasciandovi coinvolgere dalla sua forza vitale”. E poi la frase più toccante: “Grazie a te caro Sammy, per essere arrivato come un dono speciale nella nostra famiglia, per aver colorato la nostra storia con sfumature che solo con uno sguardo acuto si possono cogliere”. “Ci siamo amati, sostenuti e arricchiti a vicenda, il nostro è stato un percorso faticoso che ci ha costretto a non sprecare nessun sorso della vita“. Infine, la certezza: “Tu ci sei e sarei sempre vicino a noi”. E le ultime parole seguite da un lungo applauso: “Sammy vi direbbe grazie amici , grazie per essere venuti, vi voglio bene”.

 

IL GOVERNATORE ZAIA: “HA LASCIATO UN SEGNO ANCHE DOPO LA SCOMPARSA, DONANDO GLI ORGANI ALLA RICERCA”

Ai funerali presenti, tra gli altri, il ministro Luca Ciriani e il governatore del Veneto Luca Zaia. “Aveva un pensiero profondo e lo ricordo per quello, mi colpì subito già la prima volta che lo conobbi in aeroporto, perché viaggiava molto- ha ricordato Zaia a margine delle esequie- Ha fatto tanto in vita Sammy e ha voluto lasciare un segno anche dopo la sua scomparsa, donando i suoi organi alla ricerca. La sua testimonianza va portata ai giovani nelle scuole. La sua sfida per far conoscere e arrivare a curare un giorno la progeria, con lui ben consapevole che la cosa non lo avrebbe mai riguardato, è una sfida che va sposata fino in fondo”.