RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO dal Coordinamento Non Bruciamoci il Futuro
Mentre i battibecchi tra i sindaci dell’Associazione dei Comuni AVA (Alto Vicentino Ambiente) riempiono le pagine dei giornali locali, un colosso delle multiutility, HERA, non perde tempo e si prepara a fare acquisizioni strategiche nel business dei rifiuti e dei servizi pubblici locali. La notizia, infatti, che la multiutility quotata in borsa investirà oltre un miliardo di euro nei prossimi quattro anni in Friuli Venezia Giulia e Veneto, è una delle più rilevanti in ambito economico e territoriale.
In particolare, HERA ha già una solida presenza nel bacino di Padova, dove gestisce, attraverso la controllata AcegasApsAmga, il servizio idrico integrato e il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, comprensivo del più grande inceneritore del Veneto, in fase di ampliamento. A destare particolare preoccupazione è il recente acquisto da parte di HERA dell’azienda Ambiente Energia, che dal gruppo Marzotto ha rilevato la gestione dei rifiuti speciali industriali, anche pericolosi, a Schio. Questo investimento potrebbe segnare solo l’inizio di un’espansione dell’azienda nel territorio dell’Alto Vicentino.
L’interesse di HERA per l’Alto Vicentino è palese: la multiutility punta a subentrare nella gestione dell’intero ciclo dei rifiuti nell’area, comprendendo anche l’inceneritore di Schio. Infatti, se le sette aziende pubbliche che attualmente gestiscono i rifiuti nel bacino di Vicenza non procederanno a fondersi entro il 2030, il servizio sarà messo a gara. In questo scenario, risulta difficile credere che una grande multiutility, come HERA, non riesca ad acquisire il “bottino” del business dei rifiuti nella provincia più grande del Veneto.
Un punto cruciale nella gestione del servizio rifiuti in Alto Vicentino è l’inceneritore di Schio, che potrebbe finire sotto il controllo di HERA, se la situazione non cambierà. Per evitare che ciò accada, una delle soluzioni proposte è quella di separare la gestione dell’incenerimento dal ciclo di raccolta e smaltimento, mantenendo il controllo pubblico sull’impianto di incenerimento. Questa scelta è permessa dalla legge e potrebbe rappresentare l’unico modo per mantenere un controllo pubblico sull’impianto, anche se molti sindaci sembrano non averla presa in considerazione.
Recentemente, nella bozza di accordo per la fusione societaria tra le aziende di raccolta dei rifiuti, non si è fatto alcun accenno allo scorporo del servizio di incenerimento, alimentando i dubbi sull’effettiva volontà dei sindaci di preservare il controllo pubblico. Nonostante ciò, una parte della politica locale, evidentemente, non sembra intenzionata a fermare il processo di privatizzazione che potrebbe favorire l’ingresso di HERA in modo ancor più significativo.
Un altro punto critico riguarda il servizio idrico integrato nell’area del Bacchiglione. La legge prevede che, se entro il 2030 non si giunga a un’unica gestione pubblica, il servizio sarà messo a gara. HERA, che già gestisce il servizio idrico nel padovano, è in attesa di un eventuale slittamento di competenze, che potrebbe permetterle di acquisire la gestione dell’acqua per altri 122 comuni. Eppure, anche in questo caso, il tema sembra non trovare posto nell’agenda politica dei sindaci, che sono troppo concentrati su altri progetti, come l’ampliamento dell’inceneritore di Schio e la costruzione di un enorme essiccatore di fanghi a Casale, con finanziamenti pubblici derivanti dal PNRR.
La prospettiva di privatizzazione dei servizi pubblici essenziali come la gestione dei rifiuti e il servizio idrico è vista con preoccupazione dai cittadini, che temono una crescente esternalizzazione e il passaggio di questi servizi sotto il controllo delle grandi multiutility. In questo contesto, il Coordinamento Non Bruciamoci il Futuro ha lanciato un appello a tutti i sindaci, chiedendo loro di fermare la deriva privatizzante e di impegnarsi a mantenere i servizi vitali per il territorio sotto il controllo pubblico, lontano dalle logiche del profitto e delle multinazionali.
In particolare, il Coordinamento chiede un deciso cambio di rotta, affinché venga mantenuto il controllo pubblico sull’inceneritore di Schio e sugli altri impianti. “Sindaci, venite a spiegarci il senso delle vostre scelte, veniteci a spiegare quale futuro volete riservare al nostro territorio”, è l’invito che giunge dalla società civile, sempre più preoccupata per le mosse dei grandi gruppi come HERA, che si preparano a inglobare un settore cruciale per la vita quotidiana dei cittadini.
La clessidra del 2030 scorre inesorabilmente, e la questione dei servizi pubblici si fa sempre più urgente. Solo i sindaci, con decisioni coraggiose e lungimiranti, possono fermare la deriva della privatizzazione e garantire che l’Alto Vicentino rimanga un territorio in cui i servizi fondamentali restano nelle mani della collettività, e non nelle tasche di grandi aziende del business dei rifiuti e dei servizi pubblici.
