Santorso esternalizza in convenzione servizi di Pronto Soccorso ben 60 turni. Stessi turni ad Asiago, mentre Bassano non ne ha bisogno. Sono i i dati Cimo forniti dal segretario Giovanni Leoni, che riferisce che oggi, “circa il 70% delle Ulss venete, per coprire i turni nei ps ricorre al reclutamento dei medici nelle cooperative oppure nella libera professione. ‘Solo 6 ps su 24 erogano il servizio con i medici in house. E quello che preoccupa di più è la tendenza all’aumento inesorabile del fenomeno’ .
Dai dati regionali in Veneto, prima della pandemia, mancavano già circa 1300 medici. Fra emergenza sanitaria, contagi e decessi, ma importanti assunzioni di medici a tempo indeterminato non ce ne sono state e le branche più carenti risultano essere ancora i Pronti Soccorso, Anestesisti Rianimatori, Medicina del Territorio.
C’è chi dice che la causa di questa carenza sia figlia dell’errata programmazione delle borse di studio, oppure di un numero non sufficiente di candidati ai concorsi; che si tratti dell’una o dell’altra causa, sta di fatto che non è raro che le Ulss per coprire alcuni turni, specialmente nei Pronto Soccorso, devono ricorrere alle cooperative o alla libera professione.
A spiegare l’ultima analisi di Cimo Veneto su dati SIMEU per il Veneto, è proprio il segretario Giovanni Leoni. “Abbiamo considerato un’analisi su 24 Pronto Soccorso in Veneto e possiamo già anticipare– riferisce Leoni – che circa il 70% delle Ulss per coprire i turni nei P.S. ricorrono al reclutamento dei medici nelle cooperative oppure nella libera professione. Naturalmente vi potranno essere delle variazioni su questi dati visto che la situazione è in continuo divenire, ma comunque l’analisi ben rappresenta il quadro complessivo della situazione in Veneto”.
“Il lavoro in P.S. è fondamentale per un ospedale – ricorda il Segretario Cimo Veneto che negli anni 80 , ha prestato servizio per oltre due anni – è necessaria una grande professionalità per conseguire l’autonomia decisionale che contraddistingue un medico portato alla rapidità in fase di diagnosi e terapia ed alla constatazione dell’efficacia immediata delle cure prescritte per piccole e grandi patologie”.
Per Cimo Veneto, appare quindi necessario non frustrare interesse e vocazione dei giovani medici per questa disciplina, conseguire una nuova sicurezza lavorativa applicando con severità la nuova legge contro la violenza verso gli operatori sanitari, prevedere una nuova ed importante indennità stipendiale dedicata all’urgenza emergenza che si renda competitiva nel mercato del lavoro una branca che richiede un ruolo medico di alta responsabilità e rischio personale.
“Quello che preoccupa di più è la tendenza all’aumento inesorabile del fenomeno – spiega il segretario di Cimo Veneto – dovuto a pensionamenti dei medici in servizio senza turnover per mancanza di candidati ai bandi di concorso nella relativa disciplina, a cui si sommano di recente le sempre più numerose dimissioni volontarie ben prima dell’età pensionabile con passaggio dei medici ad altra attività.
Nursing Up De Palma: ‘Arrivano 63 milioni di euro circa per gli infermieri dei pronto soccorso’

Vicenza 28 04 16 VI San Bortolo Pronto Soccorso © Vito T. Galofaro – Vicenza 28 04 16 VI San Bortolo Pronto Soccorso © Vito T. Galofaro – fotografo: Vito T. Galofaro
‘Ben 63 milioni di euro sono stati ufficialmente messi a disposizione degli infermieri italiani che lavorano nei pronto soccorso. Fanno parte del pacchetto di 90 milioni di risorse (rientranti nel nuovo piano di due miliardi del Fondo Sanitario) destinati anche ai medici che lavorano in quei reparti che, senza ombra di dubbio, hanno subito più degli altri, l’impatto devastante e inatteso della pandemia. Come Nursing Up denuncia ormai da mesi, il surplus dei ricoveri, il rischio concreto di contagiarsi ogni giorno, i turni massacranti, hanno spinto, negli ultimi tempi, migliaia di operatori sanitari, a chiedere il trasferimento, lasciando di fatto scoperta la parte più delicata delle realtà ospedaliere. Apprendiamo con soddisfazione che il Ministro della Salute, On. Roberto Speranza, e i suoi tecnici, hanno deciso di tener conto delle richieste oggetto delle nostre recenti campagne pubbliche, e di porre un concreto freno alla fuga di personale, a quella che lo stesso Ministro ha definito “una crisi di vocazione”, stanziando nuove e fondamentali risorse. Probabilmente la nuova indennità sarà calcolata su base oraria, ma attendiamo di verificare il tenore della disposizione. Non possiamo che essere soddisfatti del fatto che il Ministro Speranza abbia tenuto conto, ancora una volta con i fatti, delle nostre richieste pubbliche, delle nostre lotte’.
Fuga di medici e infermieri dai pronto soccorso, arriva indennità per farli restare
