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“I vaccinati diventino donatori di plasma iperimmune. Serve un piano regionale”

Un programma di donazioni di plasma iperimmune che coinvolga quanti, a fine gennaio, avranno ricevuto la seconda e definitiva dose del vaccino anti-Covid. La proposta viene avanzata dal portavoce delle opposizioni in Consiglio regionale, Arturo Lorenzoni, che raccoglie il suggerimento di alcuni medici veneti. “Verosimilmente fra poco meno di un mese nella nostra Regione ci saranno migliaia di persone completamente vaccinate – afferma Lorenzoni – e che, di conseguenza, potrebbero diventare degli efficaci donatori. Da qui l’idea di stilare un nuovo piano di donazione di plasma iperimmune, una versione 2.0 dopo quello attivato ormai qualche mese fa per coloro che si sono negativizzati al Covid. I primi beneficiari del prezioso emocomponente dovrebbero essere gli operatori sanitari e assistenziali”.

Per donare plasma iperimmune alla “Banca del plasma” della Regione è necessario aver contratto il coronavirus e risultare poi negativi al tampone di controllo. A tale opportunità sono interessati i guariti di età compresa tra i 18 e i 60 anni, ad esclusione delle donne che hanno avuto gravidanze o aborti, o persone con patologie oncologiche o che hanno ricevuto trasfusioni recenti. “Ci sono migliaia di persone guarite – afferma il portavoce in Consiglio delle opposizioni – che telefonano alle varie Ulss del Veneto per prendere un appuntamento per la donazione del plasma iperimmune. Un gesto di solidarietà che va apprezzato e valorizzato, a testimonianza di quella generosità silenziosa e operosa che da sempre caratterizza la nostra popolazione”.

“Ma c’è sempre più bisogno di adulti dotati di anticorpi che si mettano a disposizione della collettività – prosegue Lorenzoni – A seguito della vaccinazione completa, il titolo anticorpale dell’interessato dovrebbe essere sufficientemente elevato per garantire, appunto, il plasma iperimmune ai pazienti ricoverati in condizioni critiche”. “Non c’è tempo da perdere – conclude – va organizzata al più presto una campagna ad hoc, monitorando i livelli di anticorpi generati dal vaccino. In questo modo disporremmo di uno strumento in più al fine di superare questa fase critica della pandemia”.