Mercoledì il ministro dell’Interno Marco Minniti illustrerà in Parlamento il nuovo pacchetto di misure sull’immigrazione. Tra i punti principali del provvedimento, stando a quanto si apprende dalla stampa nazionale, dovrebbe esserci l’introduzione dell’obbligo per i richiedenti asilo in Italia di svolgere lavori socialmente utili, nell’attesa di avere la possibilità di accedere allo status di rifugiato.
Tra le nuove proposte anche i nuovi Cie, uno per Regione da massimo cento posti l’uno e l’ipotesi di eliminazione del reato di clandestinità.
Queste le considerazioni dell’assessore al sociale e ai flussi migratori Manuela Lanzarin di fronte al piano Minniti, che prevede lavoro e studio della lingua come requisiti obbligatori e privilegiati per ottenere lo status di rifugiato. “Far lavorare i richiedenti asilo è una questione di dignità e di rispetto per le comunità che li accolgono – commenta l’assessore regionale della giunta Zaia – ma la soluzione proposta non mi sembra praticabile. Ci dovremmo preoccupare di offrire un’occupazione socialmente utile a chi è appena arrivato, senza nemmeno sapere se ha diritto ad essere accolto, mentre non prevediamo un sistema di integrazione per i veri rifugiati che, una volta ottenuto il riconoscimento dal tribunale – secondo la legislazione attualmente vigente – perdono il diritto all’ospitalità e alla diaria ed escono dal sistema di accoglienza?”.
“Se questo è il pacchetto proposto dal ministero dell’Interno, mi sembra che aggiunga ingiustizia a ingiustizia. – conclude Lanzarin – La proposta della giunta Zaia e della Lega è diversa: stipulare accordi con i paesi di emigrazione, selezionare nei paesi d’origine chi ha diritto o meno all’accoglienza, farli arrivare con corridoi umanitari e inserirli nel sistema di accoglienza, premiando chi ha davvero voglia di integrarsi e rispedendo indietro chi non rispetta le regole e infrange la legge”.