Regione, Coldiretti, organizzazioni degli allevatori e dei produttori lattiero-caseari stringono un patto per fronteggiare i danni arrecati dalla presenza del lupo sulle montagne venete. La giunta regionale, su proposta dell’assessore all’agricoltura, ha dato il via libera ai contenuti del protocollo.
Il documento, che verrà sottoscritto da Coldiretti, Arav, Lattebusche, Latterie Vicentine, Latteria Soligo e dai tre consorzi di tutela dei formaggi Asiago, Monte Veronese e Montasi, impegna la Regione a proseguire il monitoraggio sull’effettiva distribuzione del lupo, rilevati l’estate scorsa in branchi in Lessinia, sull’Altopiano di Asiago, sul Massiccio del Grappa, in Valbelluna e in Col di Lana e Val di Fassa, oltre al monitorare la presenza di eventuali ibridi cane-lupo, nonché a coordinare gli organi competenti per affrontare il problema dei cani vaganti.
Danni subiti dagli allevatori
La Regione si impegna a coprire la totalità dei costi sostenuti per recinti elettrificati e cani da guardianìa; a contribuire all’adozione di ulteriori sistemi di protezione del bestiame, come la presenza di vigilanti nelle malghe e sui pascoli. Erogherà gli indennizzi non oltre tre mesi dalla data dell’accertamento del danno e, infine, a promuovere iniziative di informazione e formazione degli allevatori per prevenire le perdite da predazione.
Inoltre, il protocollo dà mandato alla Regione a proseguire l’azione intrapresa a livello nazionale per poter intervenire con forme di controllo numerico della specie, in presenza di aree fortemente antropizzate e ad alta densità di pascoli e allevamenti, “qualora non siano state garantire adeguate misure alternative”, e ad impegnarsi con il nuovo governo per far approvare e rendere operativo il piano di gestione del lupo, che preveda anche la possibilità di contenere la ‘popolazione alpina’ del grande carnivoro.
“L’importanza del protocollo –commenta l’assessore – sta nel valorizzare tutti gli strumenti e le strategie di prevenzione e nel responsabilizzare gli allevatori e le categorie economiche ad avvalersi di tutte le misure messe in campo dalla Regione per contenere al massimo i danni causati dal ritorno del lupo nell’area alpina, dopo secoli di assenza”.
“La Regione Veneto, per parte sua – conclude l’assessore – conferma il proprio orientamento politico volto a chiedere, in sede nazionale e d europea, una revisione della bozza di Piano di gestione e della direttiva habitat, in modo da poter avere più strumenti per contemperare le esigenze di tutela di una specie protetta, importante per l’ecosistema, con quelle degli allevatori che continuano a presidiare i pascoli e la montagna con la loro attività in quota”.
a cura ufficio stampa Regione Veneto