Unica veneta ad accaparrarsi la borsa di studio, su trentacinque in tutta Italia, a 18 anni parte da Piovene Rocchette per andare a Valencia. Un rimboccarsi le maniche per Federica Di Luccio, da sola e all’estero, che l’ha fatta catapultare a poche settimane dal suo arrivo nel grave disastro che ha colpito la cittadina spagnola: “credo ancora di non rendermi conto di quanto sono stata fortunata”.

Raggiunta al telefono si coglie nella sua voce ancora l’incredulità, assieme al dolore, per le centinaia di persone che hanno perso la vita nell’alluvione: “che ha colpito la parte sud della città-racconta Federica-io mi trovo più a nord e veramente posso considerarmi fortunata”. Un tremendo evento che in questi giorni vede in prima fila dei giovani italiani a spalare il fango. Studenti che si trovavano in Spagna con il programma di mobilità studentesca dell’Unione europea.

La buona gioventù, storia di Federica. Una diciottenne fresca di diploma al liceo linguistico di Schio, Federica Di Luccio fa parte di quella fetta di gioventù che non sempre arriva sulle pagine di un giornale. Cresce e si comporta bene, rispetta le regole, studia e l’impegno viene ripagato con non una ma bensì cinque borse di studio. L’ultima con la quale ha strappato il biglietto del volo aereo che, dal 15 ottobre, l’ha portata a Valencia per un tirocinio Erasmus+. “Non posso nascondere che all’inizio è stata un po’ dura, via da casa e dagli affetti- racconta al telefono Federica Di Luccio-Ma credo sia importante per noi giovani, almeno per me è così, lasciare la propria comfort zone e mettersi alla prova”. Un’avventura vissuta sì con la spensieratezza dei diciott’anni ma che ogni giorno vede Federica pronta a svolgere le mansioni che le vengono affidate. “Sempre affiancata dai miei tutor, chiaramente, sono al tourist info dell’aeroporto: un luogo che mi da’ modo di conoscere decine e decine di persone ogni giorno, interagendo con loro e apprendendo culture diverse-spiega ancora Federica- E’ un modo per saggiare e aumentare le mie abilità linguistiche, parlando sì spagnolo, ma anche francese, tedesco e inglese”. E se non bastassero queste, oltre all’italiano madrelingua giustamente, Federica ha il pallino per la lingua araba: “che sto cercando di imparare da sola ma che, una volta finita questa esperienza in Spagna, vorrei studiare seriamente iscrivendomi alla facoltà di lingua e letteratura araba”.
Sempre che al termine del semestre di tirocinio non le venga fatta un’offerta di lavoro che le faccia metter radici in terra spagnola. “Per ora posso solo dire che l’esperienza che sto facendo mi piace molto e mi porta molte soddisfazioni. Anche a livello personale: crescere e formarsi all’estero, lontano da casa, mette comunque alla prova con i propri limiti. Di mio sono avvantaggiata perché ho sempre amato viaggiare, il mare e fare lunghe passeggiate sulla spiaggia-continua- Per questo quando sono stata assegnata in Spagna era davvero molto felice: combinavo le mie passioni con un’importante esperienza formativa”.  Corre Federica e saluta con quell’educazione che fa ancora ben sperare nelle nuove generazioni. Deve affrettarsi perché nella cittadina spagnola tutto è ancora bloccato, “prima usavo la metropolitana” e non può perdere quel passaggio in macchina che la porterà al ‘suo posto di lavoro’.

Paola Viero

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia