Dopo il ‘no’ al mega stabilimento a Sarcedo, Faresin ci riprova e punta su Colceresa. Avrebbe scelto la campagna di Villaraspa, ad un tiro di schioppo dal casello della Pedemontana, per piantare un capannone di circa 25mila metri quadri, su un terreno agricolo attualmente agricolo e che dovrà trasformare a produttivo. Ma non solo. Anche a Colceresa, come a Sarcedo, è già partita la raccolta firme contro il progetto.

Non tutto è ancora ben definito, ma qualche passo sarebbe stato fatto. A indicare che comunque l’azienda  il nuovo polo produttivo lo vuole: ‘compattando’ così la sua attività che attualmente è dislocata in più capannoni a Breganze e garantendo una vicinanza a casa ai suoi lavoratori. Nel maggio dell’anno scorso il progetto sull’ex cava di Sarcedo venne tombato dal Suap, ma Faresin non sarebbe stato alla finestra. Presentando già due mesi dopo al Comune di Colceresa la relazione di un nuovo progetto inerente ad un capannone di 25mila quadri da costruirsi su un’area agricola di 85mila. Previa trasformazione urbanistica, ovviamente, di questa fetta di campagna che il ‘Pati Colceresa’ definisce varco agricolo non compromesso e sottolineandone il valore ambientale e paesaggistico.

Partita raccolta firme. Nel frattempo Faresin avrebbe già tastato il terreno, sottoponendo un primo sommario progetto al Suap  nel settembre scorso, seguito a novembre da una delibera di giunta che avrebbe condiviso il progetto. Ad oggi, però, il tutto sarebbe in stallo per delle integrazioni che il Suap avrebbe richiesto. In coda anche l’istruttoria per la conferenza di servizi preliminare. Nel frattempo non mancano quei cittadini che si dicono contrari al progetto e che un mese fa hanno fatto sentire la ‘loro voce’  al sindaco di Colceresa. Scrivendogli una lettera. Manifestando la loro incapacità nel comprendere come l’amministrazione comunale possa accogliere la trasformazione di un’area agricola, con lo sconvolgimento di un habitat naturale. Altro punto, sul quale l’interrogativo per queste persone è importante, è la viabilità che giocoforza verrebbe modificata, impattando sempre sul territorio. Persone che si chiedono come mai un intervento di tale portata non sia stato illustrato alla comunità. Uomini e donne contrari al progetto e che in pochi giorni si sono mossi raccogliendo 150 firme nel punto raccolta organizzato da Diego Minuzzo: “chi volesse firmare o vuole delle informazioni, mi contatti al 339.3145405′.

P.V.

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