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Facebook e mitomani dell’informazione. Vita dura per i giornalisti

Ma è normale che si debbano perdere ore a spiegare quanto dichiarano i mitomani del web?

Giornalisti regolarmente iscritti all’albo negli elenchi dei pubblicisti e dei professionisti, che saltano il pranzo e aspettano rigorosamente lanci di agenzie di stampa ufficiali e dichiarazioni di amministratori e di governatori, che a loro volta stanno un passo indietro e aspettano il verdetto della decisione dell’Istituto Superiore della Sanità. Nel frattempo è già in rete da diverse ore la notizia che le scuole sono chiuse per un’altra settimana. I telefoni squillano, partono a raffica le verifiche, ma la notizia non viene confermata.

Eppure la notizia gira e la gente pretende spiegazioni. Dinanzi alla prudenza dei giornalisti che lo fanno di professione e che hanno avuto indicazioni ben precise da chi ha insegnato loro un lavoro che non si improvvisa, i lettori che sono genitori e vogliono sapere come organizzarsi per la settimana prossima, reclamano il fatto di aver letto su altre ‘testate’ che le scuole saranno chiuse e ci rimproverano di essere in ritardo e di divulgare le dichiarazioni del presidente della provincia Francesco Rucco, anche lui incastrato a ora di pranzo in attesa di indicazioni da parte del governo di Roma.

La cosa grave non consiste nell’errore di qualche giornalista regolarmente iscritto all’albo che può anche sbagliare e risponderà del suo errore, ma nella malafede di un mitomane, che verrà denunciato, che con un semplice copia-incolla si prende la briga di informare migliaia di genitori ingenui, a cui non può essere rimproverato di non saper distinguere tra una pagina facebook creata in due minuti smanettando al pc ed una testata giornalista regolarmente iscritta al tribunale di Vicenza.

Si chiama esercizio abusivo della professione giornalistica ed è un reato penale che qualcuno sottovaluta e che invece va e perseguito come la legge italiana fa nei confronti di un medico che opera senza avere la laurea, di chi progetta un ponte senza averne il titolo, di un prete che celebra messa senza aver mai preso i voti.

Per aprire qualsiasi attività oggi occorre avere un attestato riconosciuto. Ma in Italia oggi sembra possibile fare tutto e a volte chi trasgredisce la legge è proprio qualche insospettabile che predica rigore.

Fare tutto questo in un momento in cui anche i giornalisti professionisti, con esperienze decennali, si muovono con estrema cautela, informare senza averne la competenza non è solo da imprudenti, ma da sciacalli. Ma poi perché?

Nell’Alto Vicentino da qualche anno a questa parte sono nate moltissime testate che informano gratuitamente gli abitanti del comprensorio: Altovicentinonline, L’Eco Vicentino, Tv Web, Vicenza Today, la versione online de Il Giornale di Vicenza (e ci scusiamo se ne abbiamo dimenticata qualcuna). Tutte testate che hanno a capo direttori responsabili regolarmente iscritti all’albo del giornalisti e perseguibili penalmente, in caso di notizie false o comunicate nel modo sbagliato o nel caso di non rispetto delle modalità impartite da un Ordine che impone corsi di aggiornamento con comunicazioni settimanali e raccomanda di attenersi rigidamente alle regole professionali.

Nel caso di questi ‘blog-pagine facebook’, che gli utenti della rete scambiano per organi di informazione, chi risponde?

Invitiamo i fruitori dei social di fare attenzione e rivolgersi agli organi di informazione competenti. L’ambulante che vende la piantina davanti all’ospedale abusivamente, viene sanzionato in modo esemplare perché reca danno a chi paga licenza, tasse e affitti. Lo stesso danno lo recano questi mitomani dell’informazione nei confronti dei giornalisti veri, ai quali poi tocca perdere un sacco di tempo per spiegare ai lettori che hanno dato credito a falsi informatori.

Anna Bianchini