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Etichetta con “il vino uccide” e l’ok dell’Ue: la furia di Zaia contro l’Irlanda

Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha reso noto di voler “chiedere l’intervento di Unione europea e Organizzazione mondiale del commercio” (Omc/Wto) in merito all’”assurda” decisione dell’Irlanda di introdurre etichette sui rischi per la salute “di tutte le bevande alcoliche, compreso il vino italiano”. Il titolare della Farnesina lo ha scritto su Twitter.

Il ministro ha detto che la scelta dell’Irlanda ignora “la contrarietà del Parlamento europeo” e “ignora” anche “la differenza tra consumo moderato e abuso di alcol“. Lo scorso giugno il governo di Dublino ha notificato alla Commissione europea l’intenzione di apporre etichette recanti avvertimenti sui rischi per la salute di vino e altri alcolici. La notizia del via libera alla misura è stata rilanciata oggi da Federvini.

L’autorizzazione dell’Ue all’Irlanda a inserire la dicitura ‘il vino uccide’ sulle bottiglie “è una scelta assurda, che rischia di costituire un pericolosissimo precedente soprattutto per le produzioni genuine, a denominazione, risultato di secoli di cultura enoica come le nostre. Occorre opporsi con forza al diffondersi di questa pratica, che appare fuori luogo, inutile e pericolosa“. Va così all’attacco il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, commentando la decisione europea di autorizzare l’Irlanda a inserire scritte allarmistiche sulle bottiglie di vino.

“Quella del vino – prosegue Zaia – è una delle maggiori voci della produzione e dell’export del Veneto che, da un’azione come questa rischia di subire ingenti danni, dell’ordine di miliardi di euro. Un’ipotesi che non voglio nemmeno prendere in considerazione”. È, insiste il governatore, “una scelta assurda perché ogni alimento, nessuno escluso, se consumato in eccesso, può diventare nocivo e, in pura teoria portare alla morte. È quindi inspiegabile perché il vino sì e qualsiasi altro alimento no. Per quanto ci riguarda è e sarà opposizione durissima”.

E la mossa irlandese piace pochissimo anche a Fratelli d’Italia: per il consigliere regionale Tommaso Razzolini, “va ribadita con forza la massima contrarietà all’iniziativa che permetterà all’Irlanda di adottare sugli alcolici etichette che indistintamente correlano il consumo a malattie gravi, come già accade per le sigarette. Una pratica del tutto impropria quella di assimilare l’eccessivo consumo di superalcolici al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità e a più bassa gradazione come il vino”.

Razzolini plaude intanto alla posizione del ministro Lollobrigida “che ha garantito l’impegno a lavorare per difendere i nostri prodotti contro l’introduzione di sistemi di etichettatura fuorvianti e dannosi che eliminano l’elemento della qualità che contraddistingue il Made in Italy”. L’Irlanda, introducendo l’etichettatura simile a quella per le sigarette anche sulle bevande alcoliche, “ha compiuto una scelta assurda, incomprensibile e dannosa”, anche per il deputato vicentino di Fratelli d’Italia Silvio Giovine: “Speriamo non venga replicata altrove o avvallata dalla Commissione europea“. Ad ogni modo, promette, “ci opporremo in ogni sede per evitare che iniziative come questa, che non distinguono il consumo moderato dall’abuso, possano ledere un comparto d’eccellenza per la nostra Nazione, un mercato – quello del vino – che per l’Italia vale 14 miliardi di euro ed occupa più di un milione di addetti“.

La doppia etichettatura, come pure prima il nutriscore francese, “rischiano di penalizzare le migliaia e migliaia di imprese agroalimentari italiane impegnate quotidianamente nella realizzazione di quei nostri prodotti che sono amati in tutto il mondo, all’insegna dei dettami della tradizione e dei più alti standard qualitativi“, aggiunge il parlamentare, “servono approcci concreti e non slanci demagogici, e sono pure altre oggi le priorità che l’Europa e i suoi stati membri dovrebbero affrontare”.

IL CONSORZIO DEL CHIANTI: “DANNO DI IMMAGINE INESTIMABILE”

“Se la norma dovesse essere adottata da altri Paesi sarebbe un danno inestimabile”. Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti, commenta così il via libera arrivato dall’Unione europea alla normativa irlandese che introduce la possibilità di mettere sul vino e su altri alcolici degli ‘alert sanitari’ sull’etichetta, come accade per le sigarette. “Il vino è il prodotto dell’agroalimentare italiano più conosciuto e apprezzato al mondo, etichette simili sulle bottiglie provocherebbero un gravissimo danno di immagine al Paese ed economico a tutto il settore, senza peraltro basi scientifiche: che il vino di qualità bevuto in giuste quantità faccia male e provochi tumori e malattie non è affatto dimostrato“, sostiene. “L’Irlanda non è uno dei più grandi importatori di vino, ma il rischio è che la Comunità europea faccia sua una tesi del genere, prendendo una strada irragionevole e dannosa”, conclude il presidente del Consorzio Vino Chianti.