I dati relativi al consumo e allo spaccio di sostanze stupefacenti, dall’erba all’hashish, dall’eroina alla cocaina sono altissimi in tutto il Veneto e anche nell’Alto Vicentino, dove il Comandante della Polizia Locale lavora da anni, investendo i suoi uomini, che fanno prevenzione e repressione con il cane antidroga Rocky. Un fenomeno che ci riporta ai drammatici anni 80, tanto che il Prefetto di Venezia nei giorni scorsi, ha lanciato un allarme, chiedendo alle istituzioni tutte di ragionare su numeri, che non possono lasciare indifferenti. Lo stesso allarme, sono anni che lo lancia il Comandante Giovanni Scarpellini, spesso al centro di polemiche proprio per avere dedicato la sua missione a questo tipo di reati.
Le percentuali delle morti di overdose e dei sequestri di droga non risparmiano l’Alto Vicentino: come descriverebbe la situazione in termini di allarme sociale? Concorda con il Prefetto di Venezia che parla di emergenza e chiede gli stati generali?
Può darci un’idea del fenomeno droga nell’Alto Vicentino?
L’Alto Vicentino ha le stesse problematiche del Veneto e dell’Italia intera.
Da una parte di sono persone che prosperano grazie ai traffici di droga e dall’altra, quasi in simbiosi tra loro, i consumatori propriamente detti ed i piccoli spacciatori che, quasi sempre, sono a loro volta consumatori.
C’è consapevolezza da parte della gente comune di quanto pericolosa sia la situazione e cosa sottovaluta l’opinione pubblica quando discute di droga?
Scondo me la percezione del fenomeno è piuttosto distante dalla realtà
Troppe volte ho sentito frasi del tipo: “tutti conoscono gli spacciatori, basta prenderli!”; “voi li prendete ed i giudici li mettono fuori!”.
La relativa normativa, che era partita con assoluto rigore nel 1990, è stata via via modificata (anche sulla base di referendum), fino a ricevere il colpo finale con la Legge 16 maggio 2014, n. 79, che ha sostituito il comma 5 dell’art. 73 DPR 309/1990, così come segue: “Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque commette uno dei fatti previsti dal presente articolo che, per i mezzi, la modalità o le circostanze dell’azione ovvero per la qualità o la quantità delle sostanze, è di lieve entità, è punito con le pene della reclusione da sei mesi a quattro anni e con la multa da € 1.032 a € 10.329.” Praticamente è stato reso ancora più impegnativo, per non dire impossibile, l’arresto del piccolo spacciatore che, “addestrato” alla perfezione dalle organizzazioni che gli forniscono lo stupefacente da vendere, è veramente difficile che abbia più di 50 grammi di eroina in tasca. Pertanto lo spacciatore può essere denunciato solo in “stato di libertà”, con i noti tempi di giudizio che rendono di fatto inefficace l’azione di contrasto. E’ stato un vero “disastro” operativo . Già prima era difficile intervenire con efficacia al momento dello spaccio, ora è praticamente impossibile arrestare qualcuno per la detenzione ai fini di spaccio al minuto, non associata ad altri reati (esempio della violenza e resistenza a pubblico ufficiale).
Chiaramente i Giudici, così come le Forze dell’Ordine, devono attenersi scrupolosamente alla normativa vigente e, pertanto, quando lasciano libere le persone, non fanno altro che applicare la Legge. La normativa vigente ha sicuramente dato ottimi risultati per tentare di risolvere il problema della carceri sovraffollate, però ha lasciato le città in balia di se stesse.
Chi afferma poi: “ma basterebbe fermare i container che portano la droga!”, non ha la più pallida idea della quantità dello stupefacente movimentato, degli innumerevoli canali di rifornimento del mondo occidentale e, soprattutto, della sterminata moltitudine di persone che vivono e prosperano grazie al devastante commercio degli stupefacenti.
Purtroppo registriamo numerosi casi anche alle scuole medie, ed abbiamo, anche recentemente, constatato il consumo da parte di 50enni.
Non tutti i genitori riescono a comprendere l’importanza del fenomeno e, anche messi di fronte all’evidenza di un figlio minorenne che fa uso di sostanze stupefacenti, talvolta lo difendono a “spada tratta”, peraltro puntando il dito su tutti i passaggi della procedura utilizzata per il controllo ed il sequestro della sostanza stupefacente, anche minacciando azioni legali nei confronti delle Forze dell’Ordine.
L’auspicio sarebbe quello che si rendessero conto della possibilità che viene loro offerta di intervenire in tempo per evitare conseguenze ulteriori ai propri figli.
Criminalizzare la marijuana è sbagliato? Perchè SI e perchè No?
Bisognerebbe analizzare attentamente i risultati nei Paesi dove è stata liberalizzata, per poi trarne le dovute conclusioni.
E allora Le chiedo: in una società che investe sulla legalità, cosa occorrerebbe fare in questo momento per arginare il fenomeno dello spaccio?
Ho vissuto tutte le fasi della normativa antidroga, essendo già in servizio operativo nel 1990, e ritengo di poter affermare che l’unica possibilità di contrastare seriamente il fenomeno, sia quella di agire sul “libero convincimento” dei giovani. In particolare io introdurrei una specifica “materia” nelle scuole di ogni ordine e grado e che coinvolga i SER.D. e, soprattutto, le persone che hanno avuto problemi con il consumo di stupefacenti. I giovani devono “percepire” la drammaticità delle conseguenze alle quali può portare una dipendenza, direttamente dalle persone che ne hanno subito gli effetti.
Colgo l’occasione per esternare la profonda ammirazione per la Comunità di “San Patrignano”. Non nascondo che ogni volta che posso, acquisto prodotti di quella “Comunità”, non solo perchè sono “buoni”, ma per poter fornire un concreto sostegno ad un’iniziativa privata che ha surclassato il “pubblico” in termini di efficacia.
Non c’è nulla di edificante nelle storie degli spacciatori. Sono tutti accomunati dalla volontà di vivere o, addirittura, arricchirsi, senza lavorare. Forse la storia che mi ha colpito di più è quella di uno spacciatore straniero arrestato con oltre 1 chilo di hashish nascosto in un vano del motore della sua auto scassata, il quale in Italia figurava disoccupato e con famiglia a carico, pertanto era assistito dai servizi sociali, mentre nel suo paese d’origine stava accumulando una fortuna in case e terreni.
La storia di un consumatore che l’ha colpita come padre e se in qualche caso, si è imbattuto in un consumatore giovanissimo (di quale età). Se chiede loro perchè consumano e come hanno iniziato.
Tutti i consumatori sono accomunati dall’incredibile capacità di raccontare bugie: alle forze dell’ordine, ai genitori e, soprattutto, a se stessi. In ogni caso ognuno di loro ha iniziato grazie ad un “amico” o presunto tale, che lo ha convinto del fatto che tutto ciò che si dice sulla droga: “sono solo fantasie di persone che ci vogliono impedire di divertirci per chissà quale interesse, e comunque possiamo smettere quando vogliamo”.
Natalia Bandiera