Ogni volta che prepara un fiocco azzurro o rosa da appendere all’albero della vita rivive l’emozione di quando è diventata mamma.
Maria Antonietta Tresso, è lei la ‘fiocchettaia’ di Schio, colei che si è presa l’incarico di preparare i simboli dei nuovi nati in città, che regolarmente vengono appesi sotto al portico di Palazzo Garbin.
E in tempi di calo delle nascite, quando i passeggini che girano in città sono sempre di meno, un fiocco azzurro o rosa sono il simbolo della vita che trionfa sulla rassegnazione.
“I bambini di Schio sono tutti figli miei – racconta commossa Maria Antonietta Tresso – Ogni volta che ne nasce uno rivivo la nascita dei miei due figli e delle mie splendide nipoti”.
75 anni, minuta e totalmente sorridente, a vederla per la prima volta uno si aspetta che con Maria Antonietta Tresso la vita sia stata abbondantemente generosa.
Gentile, cordiale, sempre una parola buona ed estremamente ottimista, con un abito a fiori coloratissimo e la scollatura tipica di quelle donne che non temono nessuno sguardo.
Invece la vita, con ‘lady fiocchetti’, non è stata gentile per niente.
“Sono stata abbandonata da mio padre quando ero piccolissima, per una sua precisa scelta e per me è stato un trauma – racconta emozionata e con il sorriso un po’ spento, ma pronto a riemergere – Ho passato 70 anni della mia vita a scontare quella tristezza, ma sono andata avanti e ho costruito la mia famiglia. Ho 2 figlie e 2 nipoti di 14 e 16 anni che sono la mia gioia. Ma ho sempre portato dentro il vuoto che solo un bambino abbandonato può provare e penso sia per questo che adoro i bambini e se posso fare qualcosa per loro mi faccio in quattro”.
E poi la malattia, sua e di alcuni famigliari e la mamma, suo faro, che improvvisamente non ce la fa più da sola e necessita di aiuto. Ma niente di tutto questo ha minato l’ottimismo di questa donna mingherlina, che parla come una centrifuga e scansa ogni irrequietezza.
L’idea dell’albero della vita è nato tra lo Sportello Donna e la lista civica SchioDando, dove Maria Antonietta Tresso è impegnata.
Un’intuizione della lista SchioDando, che ha dato a Schio quel tocco gioioso di chi vuole mettere in risalto le gioie, dimenticando per qualche minuto i problemi. Sotto il portico di Palazzo Garbin, da oltre un anno c’è l’albero della vita e sono tantissimi, scledensi e non, coloro che si fermano a leggere i nomi, commentano se sono di loro gradimento, fanno la conta se in quel mese ci sono più maschi o più femmine, ma soprattutto si rendono conto che la vita va avanti e i bambini, problemi o no, continuano a nascere e si spera ne nascano sempre di più.
A.B.