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Diciotti. Anche nell’Alto Vicentino i gazebo di solidarietà a Salvini

Mobilitazione nell’Alto Vicentino per il ‘caso Diciotti’. La Lega scende in piazza per dissentire dall’autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini, da parte del tribunale dei ministri di Catania.  La vicenda si trascina dallo scorso agosto, quando per cinque giorni fu impedito lo sbarco a 177 migranti.
Il ministro dell’interno ordinò che i migranti non lasciassero il pattugliatore della Guardia Costiera, chiedendo che venissero ‘smistati’ tra i Paesi della Comunità Europea. Una vicenda che durò quasi una settimana coi migranti che alla fine vennero fatti scendere e trasferiti in un centro di accoglienza di Messina. Successivamente una quarantina furono accolti in Albania, Irlanda e i restanti in carico alla Conferenza episcopale italiana. Sarà il Senato ora a doversi esprimere sull’autorizzazione avanzata dal tribunale. Le ipotesi di reato sono sequestro di persona, arresto illegale ed abuso d’ufficio. Accuse per le quali Salvini rischia dai 3 ai 15 anni di carcere.

Nei confronti del ministro Salvini la Lega si mobilita, anche nell’Alto Vicentino: “La Lega scende in piazza con una raccolta firme per esprimere concreta solidarietà nei confronti di Matteo Salvini. Questo è quello che faranno i militanti vicentini, facendo sentire così il loro calore al Segretario Federale e mostrando pacificamente il loro profondo dissenso sulla vicenda che vede coinvolto il Ministro dell’Interno”, spiega Paolo Tosato, senatore e commissario provinciale Lega di Vicenza.

“Sabato 2 e domenica 3 febbraio numerosi saranno i gazebo nella nostra provincia dove sarà possibile esprimere concreto sostegno e rimarcare come un Ministro, nell’esercizio delle proprie funzioni e nell’adempimento di un preciso impegno elettorale non possa essere trascinato in tribunale – continua Tosato – L’azione di governo in tema di immigrazione clandestina sta dando i frutti sperati incontrando il sostegno dei cittadini italiani che pretendono equilibrio e fermezza, lotta all’illegalità, alla criminalità e controllo delle frontiere. È impossibile ritenere che chi, da Ministro, si impegna quotidianamente per realizzare questi obiettivi possa finire sotto processo”.

di Redazione AltovicentinOnline