Sì ad alzare il limite di età dei direttori generali delle Ulss, possibilità di assumere personale a tempo determinato per l’emergenza urgenza e il mantenimento dei Lea. Sono alcune delle modifiche contenute nella legge di adeguamento in materia di politiche sanitarie e sociali approvata dal Consiglio regionale veneto a maggioranza, con l’astensione delle opposizioni. Si tratta di modifiche di tipo normativo sulla legislazione vigente, senza impatto economico diretto, per aggiornare le leggi regionali adeguandole a direttive o provvedimenti legislativi nazionali. Durante la discussione sono state accolte anche alcune richieste della minoranza ma “il nostro giudizio rimane negativo, perché di fatto l’intervento di adeguamento non affronta il problema delle liste di attesa, né la priorità di reclutare medici e infermieri nelle strutture pubbliche della sanità regionale né quello di garantire al personale sanitario uno stipendio adeguato, almeno allineato con quello delle altre regioni”, commenta la correlatrice di minoranza Annamaria Bigon (Pd). Passando al contenuto della legge, tra le novità approvate, appunto, il limite di età dei direttori generali delle Ulss e delle terne di dirigenza che sale da 65 a 68 anni. Il mandato potrà durare da tre anni e massimo cinque anni e la Giunta dovrà individuare le figure incaricate dagli elenchi nazionali e regionali di idonei. Su proposta di Elena Ostanel si potranno usare anche gli elenchi di altre regioni. La legge interviene anche sull’equilibrio delle gestioni delle Ulss, prevedendo che la Giunta definisca ogni anno gli indirizzi in materia di personale per le aziende e gli enti del servizio sanitario, verifichi l’andamento della spesa in corso e adotti misure, se necessario, anche in materia di spesa del personale.

E ancora si estende la possibilità per le aziende sanitarie di assumere personale a tempo determinato e acquisire prestazioni aggiuntive dai dipendenti per fronteggiare le emergenze anche per profili diversi da quelli dei dirigenti medici e sanitari. Si prevede inoltre che le aziende e gli enti del servizio sanitario regionale possano acquisire personale a tempo determinato, con contratti di somministrazione, convenzioni o collaborazione coordinata a e continuativa per assicurare l’emergenza urgenza o il mantenimento dei livelli essenziali di assistenza. Infine, il disegno di legge chiarisce che il computo dei cinque anni di permanenza richiesti ai medici specialisti che hanno la borsa di studio regionale comprende anche i periodi di lavoro a contratto determinato che gli specializzandi del quarto e quinto anno hanno svolto nei reparti e servizi, in virtù delle possibilità di assunzione introdotte con la legge di bilancio 2019. Passando alle politiche sociali, tra le novità, l’innalzamento da 60 a 66 posti della capienza massima degli asili nido e dei servizi per la prima infanzia da 0 a 3 anni, per consentire ai comuni beneficiari dei fondi Pnrr per asili nido di derogare ai limiti di capienza massima. Su proposta della presidente della commissione sanità Sonia Brescacin (Lega-Lv), relatrice del provvedimento, sono state inserite nuove norme per aggiornare la legislazione su tutela degli animali da compagnia, prevenzione di maltrattamenti e randagismi e per rendere più severe le sanzioni amministrative. Accolte alcune richieste del Veneto che vogliamo e del Pd, come la conservazione della cadenza annuale del monitoraggio sull’andamento delle prestazioni ambulatoriali, e l’impegno di promuovere campagne informative per far conoscere il numero verde regionale a per il rispetto dei tempi previsti per le prestazioni sanitarie.

Ok infine alla proposta di rendere disponibile e consultabile dai cittadini la mappatura della presenza di defibrillatori nel territorio e di assicurare la loro manutenzione costante. Respinta la richiesta delle opposizioni di escludere la spesa del personale dalle operazioni di riequilibrio delle gestioni finanziarie delle aziende sanitarie, la proposta di programmare tempi e termini più stringenti per il rispetto dei tempi di attesa dele prestazioni sanitarie, di mantenere sempre aperte le agende di prenotazione dei Cup e di rispettare il limite massimo di 48 ore di attesa per i pre-appuntamenti. No anche a prorogare di un anno le graduatorie del personale sanitario approvate nel 2022 e alla gratuità dell’incarico per i direttori generali delle aziende sanitarie titolari in pensione per raggiunti limiti di età. Il confronto nel dibattito in aula si è concentrato in particolare sul problema delle liste di attesa e del rispetto dei tempi di prenotazione, sui problemi di reclutamento del personale sanitario, sugli stipendi poco remunerativi per medici, infermieri e operatori sanitari del servizio sanitario veneto. Semaforo verde unanime a due odg di Elena Ostanel (Vcv), uno dei quali chiede alla Giunta di coinvolgere i sindaci nei tavoli aziendali di monitoraggio sull’offerta di cure delle aziende sanitarie, l’appropriatezza delle prescrizioni sanitarie e il rispetto dei tempi di attesa. Il secondo chiede di aumentare la distanza minima dalle sale scommesse e di gioco d’azzardo dai luoghi sensibili.

Approvato con vito unanime l’odg presentato da Chiara Luisetto (Pd), che invita la Giunta a chiarire quale sia la nuova capienza massima degli asili nido, e la richiesta di impegno della Giunta perché indica concorsi per l’assunzione di personale nelle aziende ed enti del servizio sanitario regionale con anticipo rispetto alla scadenza delle graduatorie. Un solo voto contrario l’atto di indirizzo, a firma di tutti i gruppi di opposizione, che chiede l’intervento del Veneto verso il governo perché si impegni a dare risorse umane e finanziarie per garantire ai cittadini il diritto alla salute ed interventi effettivi di taglio delle liste di attesa.

 

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