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Da Sarcedo il grido dell’estetista: “I dpcm ci hanno chiuso per sessismo e prostituzione”

“La depilazione di un uomo che vale più di quella di una donna e noi estetiste accusate di commistione alla prostituzione”. Non ci ha dormito tutta la notte Eleonora Sarri, 24enne titolare del centro estetico Beauty Paradise di Sarcedo. Ha aperto il suo centro 5 anni fa, da sola, in via San Giuseppe 73 e per difendere il suo ruolo e quello delle colleghe ha preso carta e penna e ha scritto una lettera al presidente Conte. Lo ha fatto all’indomani della replica della sua avvocatura al Tar, dopo i ricorsi fatti da Confestetica ai dpcm che avevano anticipato l’apertura dei parrucchieri rispetto alle estetiste, motivando con un’affermazione chiaramente sessista: “L’igiene di una donna, ovvero depilarsi il viso o il corpo, non corrisponde ad una esigenza igienica della persona essenziale ed irrinunciabile, mentre la barba di un uomo corrisponde ad un bisogno e ad una esigenza di cura, anche igienica, della persona, ben più essenziale ed irrinunciabile”.

La lettera dell’estetista Eleonora Sarri

“Illustrissimo Presidente Conte, sono solo un’estetista e le voglio raccontare la mia giornata di lavoro quotidiano, passo dopo passo – scrive Eleonora Sarri a Conte – Ogni mattina suona la sveglia e mi darei una botta in testa per rimanere a letto ancora un po’, sono troppo stanca, ieri è stata una giornata faticosa. Tutte le mattine faccio questi pensieri e poi mi trascino sotto la doccia! Va un po’ meglio adesso, mi sento più carica, forza adesso una bella colazione al bar davanti al negozio, leggo un po’ di giornali e poi scappo ad aprire e preparare per l’apertura. Accendo tutto! Subito i riscaldamenti, poi le copertine termiche, poi preparo i biscottini nella sala d’attesa, accendo la musica, mi preparo un caffè e mi giro tutte le cabine per verificare che sia tutto a posto, comodo e caldo per i miei clienti. Li manca un telo, lì la ceretta è ancora fredda! Accidenti sbrighiamoci è ora di aprire, accendo tutte le luci e si apre il sipario. Sarà una lunga giornata, ma quante vite incontrerò oggi, quanti segreti mi verranno confessati, quante persone dovrò consolare, quante cose tristi dovrò ascoltare. Ma quanti annunci fantastici mi faranno oggi, chi si sposa, chi è rimasta incinta, chi ha trovato il fidanzato, chi ha vinto il concorso, chi ha vinto il cancro. In mezzo a tutto questo le mie mani faranno una cosa e le mie orecchie un’altra. Le mie mani si prendono cura delle persone e della loro igiene, e le mie orecchie ascolteranno. Tutto il giorno nel vortice della vita delle persone. La sera tutti vanno via, spengo lo stereo, spengo i riscaldamenti, spengo le luci. Sono sfinita, sono sola, ma guardo il mio centro: che silenzio! Mi dico. Tocco i muri e penso che se potessero parlare avrebbero tante cose da raccontare, le stesse che ho io nel cuore. Mi faccio un giro nelle cabine per vedere se è tutto a posto. Ok posso chiudere. Giro la chiave e guardo dentro. Penso: che bel lavoro che faccio, aiuto le persone a stare bene. E quando stanno bene diventano straordinarie anche le loro vite! Eppure, io sono ‘solo’ un’estetista!! Vede, signor Presidente, aver ascoltato i due avvocati della Presidenza del Consiglio, che per difendere un errore commesso negli ultimi 3 Dpcm, davanti al Presidente del TAR, dottor Antonino Savo Amodio, sono arrivati a dire che nei centri estetici c’è una commistione con la prostituzione e ancor peggio hanno scritto nero su bianco che la cura e l’igiene di un uomo è più essenziale e irrinunciabile di quello di una donna. Questo mi ha davvero amareggiata, offesa e profondamente delusa. Illustrissimo Presidente, io la stimo moltissimo e sono certa che aver chiuso i centri estetici in zona rossa e aver lasciato aperti i parrucchieri, che eseguono gli stessi trattamenti, così come disposto dalle leggi professionali di settore, sia stato un mero errore e proprio per questo le chiedo di risolvere all’istante questa incresciosa situazione, usando la sua saggezza, sensibilità e fermezza che la contraddistingue. Inoltre, illustrissimo Presidente i centri estetici, soprattutto nei piccoli comuni, hanno la loro estetista di fiducia da molti anni in altri comuni limitrofi e in zona arancione non sarebbe consentito lo spostamento per raggiungere la propria estetista. Anche qui le chiedo di ascoltare il suo cuore e la sua sensibilità, una donna che va dalla propria estetista da molti anni, non può smettere di andarci, solo perché apparentemente ci sarebbe un centro estetico nel proprio comune, perché come può immaginare e come lo ho raccontato nella mia giornata di lavoro, ci solo elementi che vanno ben oltre l’aspetto burocratico, stiamo parlando di attività che si occupano della cura e dell’igiene della persona, non siamo una ferramenta, che se è presente nel proprio comune posso comprare i bulloni lì. Signor Presidente le chiedo di prendere una decisione immediata su questa situazione dei centri estetici chiusi in zona rossa e consentire gli spostamenti in zona arancione, per recarsi dalla propria estetista di fiducia. Stiamo parlando di 13 milioni di donne che tra le zone arancioni e quelle rosse, devono rinunciare a prendersi cura della propria persona e della propria igiene. Non crede che anche le donne dovrebbero aver pari dignità degli uomini? Sono certa che lei concorderà con me”.

Firmato “Cordialmente, da una semplice estetista”

A.B.