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Covid-Veneto, l’ammissione in Commissione: “In inverno tracciamento rallentato”

“Nel periodo più tumultuoso della pandemia, da ottobre a Natale 2020, in Veneto il sistema di sorveglianza attiva è stato meno tempestivo. Le telefonate da parte delle centrali operative del Sisp ai soggetti positivi posti in isolamento sono arrivate anche a distanza di giorni”. Ciò detto, il sistema non è saltato. Lo afferma il direttore del dipartimento di prevenzione della Ulss 1 Dolomiti Sandro Cinquetti, che fino a giugno 2020 ricopriva analogo ruolo per la Ulss 2, oggi in audizione in commissione regionale di inchiesta sulla gestione della seconda ondata di Covid.

Il rallentamento del tracking è stato “inevitabile in settimane in cui si registravano 5-6.000 nuovi casi di positività al giorno nel territorio regionale”, continua Cinquetti ammettendo che “gli alti numeri quotidiani hanno rallentato la terza fase del sistema di monitoraggio e di tracciamento, quello appunto della sorveglianza attiva, ma non la presa in carico dei positivi con la comunicazione telefonica di isolamento domiciliare e la raccolta della lista dei contatti, svolte regolarmente”. Anzi, secondo Cinquetti “alcune Ulss del Veneto, specie le più piccole come quella dolomitica, o alcune delle grandi Ulss come Padova e Verona, hanno attivato nei mesi di maggior pressione dell’epidemia una modalità di presa in carico precoce: con una telefonata veloce gli operatori avvisavano i soggetti positivi dell’obbligo di rimanere in isolamento e di avvisare a loro volta le persone con cui erano entrate in contatto”. Una modalità agile, come la definisce il direttore del dipartimento di prevenzione della Ulss 2, che “ha consentito il contenimento epidemico nonostante i numeri imponenti della seconda ondata”.

Prima di Natale in Veneto risultavano in isolamento “oltre 100.000 persone, un numero non confrontabile con i 3.000 casi del 14 settembre di un anno fa (quando c’erano soli 14 pazienti in terapia intensiva) o con i 12.000 casi odierni (con 56 pazienti in terapia intensiva)”, interviene il direttore generale della Sanità veneta Luciano Flor. “Il sistema di tracciamento Veneto è riuscito a mettere un milione di persone in isolamento domiciliare e a monitorarne in un solo giorno oltre 100.000, nonchè a circoscrivere tutti i focolai nel territorio”, continua il dg. “La Regione Veneto è ben organizzata sulla prevenzione già da prima, e il suo impianto organizzativo si è rivelato pronto ad affrontare anche un evento nuovo e inatteso come la pandemia da Sars-Cov-2”, tira le somme Silvia Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità, che ha partecipato all’audizione in video conferenza.

fonte Dire

foto di repertorio dal web (non rispecchia la situazione attuale)