“La pandemia da covid-19 è un’opportunità per creare il nuovo sistema sanitario”. E con i soldi in arrivo dall’Europa il programma di Luciano Flor, direttore generale di Azienda Zero, si potrà puntare ad una Sanità uguale per tutti, più moderna e con salari migliori per gli operatori.
Che la pandemia possa essere vista come un’opportunità, è la sintesi di parole di Manuela Lanzarin, assessore veneto a Sanità e Sociale, che durante il tavolo di lavoro all’interno della Winter School ha evidenziato come, in tempo di crisi e di necessità di rivalutare la normale gestione delle cose, l’esperienza maturata con il coronavirus “può diventare un’opportunità per mettere a sistema tutte le cose positive che abbiamo maturato quest’anno”.
“Da qui dobbiamo costruire i pilastri del nuovo SSN – ha detto Manuela Lanzarin – Bisogna iniziare a pensare al futuro, facendo però patrimonio dell’esperienza che stiamo vivendo con questa emergenza. Errori sono stati fatti da parte di tutti, la nuova stagione deve aprirsi con un incremento dei fondi e questo non può che essere positivo. Negli ultimi anni si è solo tolto e speriamo che con il Recovery Plan si abbiano linee ben precise per il futuro. I 2 punti cruciali per il futuro nel Veneto saranno innovazione, tecnologia, AI, telemedicina e rinnovo costante delle apparecchiature e fondamentale sarà l’integrazione del territorio con tutte le parti, a cominciare dalla medicina di famiglia, con un sistema che sappia dare risposte trasversali a tutte le problematiche che compongono la nostra società. Secondo punto, dobbiamo oliare i nostri sistemi, in particolare il problema degli anziani e la loro assistenza domiciliare e residenziale che non può essere disconnessa dalla Sanità ospedaliera che deve dare una qualità di cure ad una fetta fragile della popolazione che invecchia e con aspettative di vita alte sempre più croniche”.
Luciano Flor: “Sanità uguale per tutti, strutture moderne, salari più alti per gli operatori”
Secondo Luciano Flor, direttore generale di Azienda Zero, ente gestore della Sanità veneta, i soldi che arriveranno a seguito della pandemia dovranno essere gestiti per ripensare alla medicina territoriale, per le Usca, la farmacia dei servizi, la telemedicina, la sanità integrativa, “ripartendo le spese tra le Regioni in base al reale bisogno, così si rialza il Paese Italia”.
Secondo il top manager della sanità veneta, “Dovremmo attrezzarci per poter spendere il finanziamento che arriverà e utilizzarlo come patrimonio costruttivo per il futuro e non pensarlo per il momento. Bisogna fare un piano vero di ricostruzione, per poter acquistare più attrezzature, pagare di più gli operatori sanitari ad esempio. Dobbiamo creare un impianto che sia efficiente, ma al momento abbiano Regioni avanti ed altre ancora molto indietro. Ad oggi dobbiamo creare le condizioni perché tutti abbiano di più e che nessuno sfugga al processo indispensabile di modernizzazione delle strutture, cui fa parte anche la Sanità. Dobbiamo garantire accesso a tutti i cittadini, il diritto alla salute deve essere reale e uguale per tutti”.
Sanità: “Non è un costo, ma un servizio”
Secondo Francesco Mennini, professore di Economia Sanitaria e Economia Politica all’università Tor Vergata di Roma, “Negli ultimi 15 anni la Sanità è stata considerata un costo per il Paese e con l’emergenza covid abbiamo imparato che invece dobbiamo destinare numerose risorse alla Sanità”.
Dovremmo insomma dimenticare quanto fatto di recente, mettendo riparo ai tagli messi in atto nel comparto sanitario. “Fondamentale è ragionare non garantendo tutto a tutti ma cercando di garantire dove c’è bisogno e alle persone che ne hanno veramente necessità – ha specificato Mennini – Le risorse saranno aumentate col Next Generation EU ma per me non saranno sufficienti e nessuno ci ha poi detto con certezza che una parte di queste andrà a finanziare la Sanità. Non dobbiamo prendere risorse per tamponare l’immediato ma risorse che ci permettano nel medio e lungo periodo di avere un SSN importante che è alla base della nostra Costituzione”.
A.B.