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Corsia preferenziale per operatori sanitari, ma vogliono vedere la divisa

Accesso prioritario a volontari e operatori sanitari, ma a qualcuno non basta presentare il badge: vogliono vedere la divisa da lavoro.

Al tempo del Covid-19 succede che in molti supermercati si sia deciso di agevolare l’accesso del personale ospedaliero, della Protezione Civile e di tutte quelle attività emergenziali per cui i tempi d’attesa per entrare a fare la spesa potevano diventare un problema viste le file causate dalle limitazioni d’accesso ai locali previste dalle norme per ridurre la possibilità di contagio.

Immaginiamoci un medico o un infermiere che debba montare in servizio o, peggio smonti da un turno massacrante e abbia la necessità di fare la spesa per il quotidiano, dover fare una fila di mezz’ora o più per entrare al supermercato qualche disagio lo può provocare.

Ecco che l’iniziativa di prevedere una corsia di accesso preferenziale per queste categorie di utenti rappresenta un’apprezzabile soluzione di buonsenso che, oltre ad agevolarli in un’attività quotidiana, costituisce il riconoscimento degli sforzi che queste persone compiono tutti i giorni per salvare la vita e curare le migliaia di cittadini che sono stati contagiati da virus maledetto.

Lodevole iniziativa, quindi, se non ci fosse il solito intoppo pratico che spesso si incontra quando l’ottusità di taluni addetti ai lavori prevale rispetto alla logica della regola.

Succede che il personale di servizio addetto al controllo degli accessi dei supermercati, al presentarsi loro dell’infermiere o del medico che in modo regolare chiede di saltare la fila esibendo il badge ospedaliero, risponda che per usufruire dell’agevolazione è necessario che il richiedente sia “in divisa”.

Orrore!

“Per ragioni facilmente comprensibili –racconta Silvia C., un’infermiera professionale di Thiene – noi non possiamo né entrare, né uscire dall’ospedale col vestiario da lavoro. In entrambi i casi, potremmo essere veicolo di contagio. Sul punto ci sono regole ferree su cui non è possibile transigere. Anzi, semmai nei supermercati non dovrebbero proprio far entrare personale in divisa, sia esso ospedaliero o della Croce Rossa o della Protezione Civile”.

Obiettivamente esibire un tesserino di riconoscimento ci pare elemento sufficiente per attestare la qualifica dell’interessato, ma pare non basti agli addetti ai controlli.

“È capitato anche a me – conferma Silvia – e nonostante spiegassi loro che non vedranno mai personale sanitario girare per supermercati in abiti ospedalieri, non c’è stato verso che mi facessero entrare per cui, dovendo montare in servizio, me ne sono dovuta andare a mani vuote”.

Un esempio di come una buona intenzione sia vanificata dal fattore umano e, forse, dalle conseguenti disposizioni poco chiare.

Quindi, l’appello che rivolgiamo ai direttori dei supermercati, ove necessiti, è di provvedere alla soluzione del problema che ci è stato segnalato con nuove disposizioni e, nel frattempo, confidiamo nella ragionevolezza dei controllori.

mds