Pugno duro della Regione Veneto contro le aperture domenicali e festive, che saranno ridotte a venti l’anno se ci sarà l’ok dalla Conferenza Stato-Regioni.
Dopo gli appelli del Papa, che come il suo diretto superiore ritiene opportuno ‘santificare le feste’ e dopo la dichiarazione di Marcello Cestaro, presidente Unicomm e leader della grande distribuzione, il quale recentemente ha criticato le aperture domenicali dei negozi, ora a sventolare bandiera bianca contro lo stakanovismo commerciale, scende in campo direttamente la Regione Veneto.
E lo fa tramite Roberto Marcato, assessore alle Attività produttive e al Commercio, che ha raccolto l’invito dello scledense Cestaro, il quale poche settimane fa si era rivolto direttamente a Venezia perché si facesse portavoce di una battaglia volta a tutelare i giorni di riposo per i lavoratori e le tasche dei commercianti, per i quali le aperture domenicali sono diventate un costo insostenibile, visto che i guadagni non crescono in proporzione alle giornate di apertura degli esercizi, ma si limitano a ‘spalmarsi’ durante la settimana.
Con buona pace di Mario Monti, che con la sua ‘deregulation’ aveva legittimato i commercianti a tenere la saracinesca alzata a loro piacimento, domeniche e festività incluse. Nel progetto iniziale di Monti c’era quello di incentivare la concorrenza e far crescere il commercio, teoria smentita a velocità supersonica dalla realtà quotidiana, quella nella quale sono immersi i titolari dei negozi (che pagano salari, straordinari e bollette lievitati), i dipendenti (che sacrificano la famiglia a fronte di pochi spiccioli e talvolta nemmeno quelli visto che spesso in cambio ricevono giornate di ferie che non vengono concordate) e i clienti (che spendono sempre gli stessi soldi di prima perché di più non ne hanno).
“Il Veneto è pronto a raccogliere la sfida per bloccare le aperture domenicali dei negozi – ha spiegato Roberto Marcato al ‘Mattino’ di Padova – Bisogna dare dignità al lavoro e al riposo. Siamo tutti d’accordo: giunta regionale, parlamentari, sindacati e associazioni dei consumatori hanno già elaborato una proposta che verrà presentata alla Conferenza Stato-Regioni. Certo, imporre lo stop tout court sarà difficile ma si può arrivare a venti aperture l’anno tra domeniche e superfestività».
Soddisfatti anche i presidenti Ascom dei mandamenti di Thiene Schio, rispettivamente Emanuele Cattelan e Guido Xoccato, che da anni si battono per difendere i negozi di vicinato e non hanno mai nascosto la contrarietà alle aperture massive dei negozi, che riguardano quasi sempre la grande distribuzione, nei giorni festivi.
“Credo che la famiglia Cestaro abbia dimostrato la sua grande esperienza e professionalità nel creare una realtà commerciale importante nella grande distribuzione – ha commentato Xoccato – leggiamo quindi con attenzione le considerazioni di un ‘big’ della grande distribuzione e meditiamo”.
Uguale considerazione da parte di Emanuele Cattelan, che ha sottolineato: “Era illogico pensare che la deregulation portasse risultati positivi. Vista la congiuntura economica, è naturale che il cliente medio, che è poi il punto di riferimento degli esercizi commerciali, non avrebbe speso di più solo perché i negozi sono aperti anche alla domenica. L’incremento dello shopping deriva dalla maggiore liquidità nel portafogli e la voglia di spendere per acquistare anche beni che non siano di prima necessità – ha concluso – ma questo non dipende dalle aperture dei negozi, ma dalle condizioni economiche generali”.
Anna Bianchini