Cartello ‘lavori in corso’ sempre più lontano per il proseguimento della Valdastico Nord. E’ quanto emerge dall’ultimo aggiornamento che arriva direttamente dal Consiglio superiore dei lavori pubblici, l’organo tecnico del ministero delle infrastrutture, che si è pronunciato formalmente a Roma il 24 maggio scorso su un argomento che inevitabilmente accende gli animi di favorevoli e contrari all’opera.
Il frutto del pronunciamento è una relazione di ben 95 pagine che l’assessore al bilancio di Cogollo del Cengio Gianni dall’Osto si è preso la briga di passare al setaccio, e di presentare con il sindaco Piergildo Capovilla in una serata informativa molto animata e partecipata lunedì scorso al Bocciodromo. Il documento, metaforicamente, sposta al momento la palla al centro tra la società autostrade e Ministero, quasi la fine di un primo tempo combattuto ma senza apparenti favoriti.
‘Siamo in un momento di stallo – ha spiegato l’architetto Dall’Osto a fine serata – perché il Consiglio superiore dei lavori pubblici ha deciso di non dare parere favorevole al tracciato attuale ma di sospendere l’iter in attesa di un progetto preliminare, che nasca da una seria valutazione economica ed ambientale. Il loro parere è obbligatorio, ma alla luce delle condizioni attuali scrivono chiaramente che non lo vogliono dare’.
Il progetto originario, ha spiegato ancora l’assessore al bilancio, che prevedeva un tracciato autostradale con uscita a Besenello di Trento, non è più consono al primo stralcio autostradale che si vuole realizzare adesso, con uscita a Pedemonte. Diversa è la valutazione economica e quella che va fatta del traffico.
‘Siamo positivamente colpiti invece – ha aggiunto Dall’Osto – che nella relazione il paese di Cogollo, insieme a Pedemonte, è menzionato perché i sindaci hanno presentato tutta una serie di richieste di variazioni al tracciato, delle quali, afferma il documento, si dovrà tener conto nel futuro progetto. E non solo di quelle, ma anche tutto il discorso degli espropri è messo in discussione, a causa della presenza degli usi civici, che potrebbero causare intoppi burocratici estremamente complessi’.
Le previsioni di sblocco di questa situazione di stasi però, nel bene o nel male, non sarebbero per niente ottimistiche. ‘La situazione è confusa – ammette Dall’Osto – e se la Commissione dovesse veramente avere potere di veto, un nuovo progetto preliminare richiederebbe altri due anni di studi e valutazioni. Il che sarebbe come ripartire da zero, anche se sono convinto che rivedere il progetto è necessario. Come è pensata adesso la Valdastico Nord sarebbe poco utilizzata’.
Marta Boriero