“Il dono del sangue è una ricchezza per il sistema sanitario, così come per lo stesso Paese. Recarsi periodicamente a compiere questo grande gesto di generosità, silenzioso quanto prezioso, non è affatto scontato. Nessuno di noi donatori vuole che si celebri questo atto in forma adulatoria, ma è indispensabile che non passi sottotraccia, assumendo il valore che ha e, soprattutto, che le istituzioni, che possono farlo, si adoperino per rendere la donazione più semplice e veloce, mettendo da parte alcuni cavilli burocratici che non giovano a nessuno e non servono certo ad aumentare la sicurezza trasfusionale, già eccellente”. Con queste parole il presidente di Fidas Vicenza, Mariano Morbin, è intervenuto questa mattina al Monte Cengio, nella storica chiesetta del donatore, eretta nel 1974 da un gruppo di donatori di sangue dell’Alto Vicentino, in occasione della tradizionale Festa del donatore di Fidas Vicenza.
Oltre 300 i donatori presenti con i labari di Gruppi e Zone dell’Associazione, che hanno preso parte alla santa messa e colto l’occasione per rinnovare la propria promessa.
Gli oltre 17 mila donatori di sangue associati a Fidas Vicenza, lo scorso anno, hanno messo a segno poco meno di 29 mila donazioni, dimostrando grande attivismo ed una forte volontà di mettersi in gioco. “I numeri sono positivi – prosegue il presidente Morbin – ma ci sono margini di miglioramento. Basterebbe solo che i donatori che si recano al centro trasfusionale una sola volta l’anno facessero lo sforzo di andarci due volte, così da mantenere maggiormente sotto controllo il proprio stato di salute e, naturalmente, da contribuire ad accrescere le sacche disponibili di chi, quotidianamente, ha bisogno del nostro sangue”.
Alla grande generosità dei volontari vicentini fa da contraltare un Dipartimento di Medicina trasfusionale non sempre pronto e rapido nella risposta. “La Sanità vicentina, ma non solo – prosegue il presidente Morbin – è sotto ostaggio dei continui tagli alla spesa che, a caduta, dal livello nazionale arrivano a quello regionale e, così, nei nostri territori. Una situazione indubbiamente complessa, ma che non possiamo accettare in questa misura. La carenza drammatica di medici trasfusionisti dev’essere colmata con professionisti formati e capaci, perché i donatori vanno trattati, al pari di qualunque paziente transita per le strutture sanitarie, con il massimo rispetto e considerazione”.
Nuova app per le prenotazioni, Fidas Vicenza a supporto dei donatori per agevolare la fissazione degli appuntamenti. “Il nuovo sistema di prenotazione, webAPP ASSOWEB – conclude il presidente Morbin – pur rappresentando l’intento di razionalizzare e standardizzare il sistema trasfusionale veneto, sta creando difficoltà e disallineamenti per la regolare prenotazione dei donatori”.