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Chiuppano. L’Ulss lo convoca per il vaccino, ma era morto nel 1994

Sta facendo molto discutere il caso del Sig. M.G. classe 1912 emigrato da Chiuppano nel sud ovest dell’ Australia, protagonista involontario di una vicenda ai limiti dell’incredibile.

Nei giorni scorsi infatti al domicilio dell’anziano signore è arrivata la tanto attesa convocazione dell’ULSS7 che lo invitava a presentarsi domani 26 marzo al centro vaccinale di Arsiero per la somministrazione anti Covid19: tutto regolare non fosse che il chiuppanese – stando a quanto dichiarato dai parenti a mezzo social – è deceduto  proprio dall’altra parte del mondo, nel Continente Nuovissimo, nel lontano 1994.

La notizia subito circolata in rete è stata accolta con ironia da qualcuno, scatenando invece in altri la rabbia per una somministrazione che procede tuttora a rilento facendo spazientire soprattutto le categorie più esposte: “Mia mamma del ’37 viva e vegeta…non ha ancora ricevuto nulla…per fortuna che funziona tutto bene”  – commenta sarcastico un utente, – “Vai a nome suo e fattelo fare” – gli fa eco un altro.

In molti di fatto avranno pensato all’ennesimo caso di inefficienza del sistema Italia, ma l’Ufficio Anagrafe da noi raggiunto ci ha spiegato che questo tipo di situazioni sono molto più frequenti di quanto si pensi e molto spesso si verificano proprio a monte e non dipendono nè dal Comune nè dall’azienda sanitaria: “Se i parenti della persona deceduta” – spiega una funzionaria – “non si preoccupano di dare notizia della dipartita al Consolato di riferimento, noi di conseguenza poco possiamo fare. Questo vale anche in caso di variazioni di indirizzo: il mancato aggiornamento delle informazioni, rende impossibile il contatto con il cittadino per le informazioni ed i servizi a lui riservati e possono capitare situazioni paradossali come questa.  Immagini che è già successo – conclude la funzionaria – che abbiamo appreso del decesso di un connazionale all’estero tramite una epigrafe affissa in paese ad avviso di chi lo conosceva, questo anche dopo molti giorni dalla morte e di conseguenza abbiamo provveduto di nostra iniziativa agli aggiornamenti anagrafici del caso”.

Marco Zorzi