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Zugliano. No della Lega al ‘carpooling’ per gli studenti. Amministrazione decisa: “trasporto condiviso e pedibus”

Dopo Torrebelvicino, la polemica per il carpooling colpisce anche Zugliano. E questa volta, il servizio di trasporto scolastico gestito dalle famiglie, che andrebbe a sostituire il normale ‘pullmino’ che fa capo al servizio pubblico, non piace alla Lega Nord locale che ha accusato l’amministrazione comunale di aver puntato proprio sul trasporto scolastico per vincere le elezioni, visto che a Zugliano il trasporto pubblico non esisteva più.

La questione nasce dopo l’annuncio del sindaco Sandro Maculan, che ha comunicato il taglio del trasporto scolastico pubblico sostituendolo con il più moderno ‘carpooling’ (modalità di trasporto che consiste nella condivisione di automobili private tra un gruppo di persone, con il fine principale di ridurre i costi del trasporto e favorire la mobilità sostenibile).

Le motivazioni della rinuncia al trasporto pubblico da parte dell’amministrazione comunale, risiedono nella necessità di non pagare più i 43.800 euro l’anno necessari per fornire un servizio parziale (nel senso che viene usata solo l’andata o il ritorno) ai sessantadue studenti che ad oggi usano il pullmino.

Una decisione che ha mobilitato la Lega Nord della sezione di Zugliano, che denuncia per il carpooling una spesa di 20mila euro per il primo anno per la gestione dell’organizzazione del trasporto da parte di un’azienda privata specializzata, 10mila per il secondo anno e 4mila nel caso non venisse utilizzato.

Convinto della scelta è invece il sindaco Sandro Maculan, che ha spiegato: “Quando il trasporto pubblico non è più sostenibile si cercano delle alternative, per questo abbiamo optato per la combinazione carpooling e pedibus. Abbiamo ripristinato il trasporto pubblico 3 anni fa dopo che la precedente amministrazione lo aveva interrotto senza dare spiegazioni. Ma negli ultimi anni la situazione delle scuole è cambiata – ha continuato il sindaco – perché se prima gli alunni andavano a scuola nel loro quartiere, ora che c’è una unica scuola a Grumolo che fa tempo pieno, è chiaro che le necessità sono completamente diverse. Un alunno su 3 viene da fuori, per intenderci e non ha senso spendere ben 43.800 euro l’anno, che è una cifra importante, per dare un servizio parziale a sessantadue studenti, trentadue dei quali usano il servizio completo mentre gli altri lo usano solo a metà. Non mancano i soldi – ha concluso Maculan – ma l’amministrazione comunale che gestisce il bilancio deve farsi carico di utilizzare i soldi pubblici in modo corretto ed equilibrato”.

A.B.