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Carenza medici e Coronavirus: ‘Personale isolato e negativo al tampone torni in corsia a lavorare’

La carenza di medici è talmente grave con il colpo di grazia del Coronavirus , che il Presidente della Regione Luca Zaia ha chiesto al ministro della Salute Roberto Speranza di rivedere le norme e di fare tornare al lavoro in ospedale il personale medico e paramedico messo in isolamento, ma risultato negativo al tampone. Se il ministro ascoltasse Zaia, anche le sorti dell’ospedale Altovicentino verrebbero risollevate, con quelle 70 unità, tra medici, infermieri, operatori, tecnici che sono stati allontanati da una struttura che soffriva già da un paio d’anni e che ha bisogno di soluzioni urgenti. Anche alla luce dei continui esiti positivi che si stanno registrando con il Coronavirus, c’è bisogno di sempre più personale e la carenza di camici proprio non ce la possiamo permettere.

“Confortato dal parere di eminenti medici e scienziati, ripetutamente e pubblicamente espresso, da giorni faccio riferimento alla necessità che si arrivi a concordare sulla necessità di una modifica alla norma nazionale che impone la quarantena agli operatori sanitari in perfetta salute, che sono venuti in qualche modo a contatto con malati positivi al coronavirus. Solo in Veneto abbiamo già 450 tra medici, infermieri e operatori sanitari che si trovano in questa condizione”, ha dichiarato il Governatore.

“Proprio ieri – svela il Governatore – ho scritto al Ministro Speranza un documento contenente le nostre proposte di modifica alla regolamentazione vigente introdotta di recente. Auspico che il Ministro, con il quale ho un rapporto di leale collaborazione, possa intervenire perché gli organici dei medici e di tutti gli altri operatori sanitari non vengano depauperati, pur se nel doveroso rispetto delle linee di prudenza dettate dalla scienza”.

Alla lettera di richiesta di revisione della norma, il Presidente del Veneto allega un modello di sorveglianza, del quale si chiede la validazione, che garantisca da un lato il massimo della sicurezza per gli operatori sanitari e dall’altro consenta la sostenibilità delle attività sanitarie.

di Redazione AltovicentinOnline