L’obiettivo di vincere la battaglia contro i tumori associati al papilloma virus è a portata di mano. Il Veneto, che per primo ha introdotto la vaccinazione gratuita per gli uomini e ha già raggiunto una copertura vaccinale del target primario vicina all’80%, ha tutte le carte in regola per diventare la prima Regione d’Italia HPV free.
Per analizzare il percorso già fatto, e confrontarsi sulle traiettorie da seguire per raggiungere il traguardo, Motore Sanità, con il contributo incondizionato di MSD e BD ha organizzato l’evento “Prevenzione oncologica e prossimità per un obiettivo di eliminazione” che, a Venezia, in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione del Tumore alla cervice uterina celebrata il 17 novembre, ha visto confrontarsi esperti, stakeholder e rappresentanti delle istituzioni su un virus, l’HPV, o Human Papilloma Virus, estremamente diffuso.
La best practice del Veneto
Il Veneto, da sempre, si pone all’avanguardia: offre gratuitamente la vaccinazione contro l’HPV a partire dagli 11 anni di età per entrambi i sessi, promuovendo una copertura vaccinale che ha ormai raggiunto un livello elevato. La Regione, inoltre, garantisce lo screening cervicale gratuito per le donne residenti dai 25 ai 64 anni, contribuendo a ridurre drasticamente il rischio di tumori legati all’HPV.
L’impegno della Regione, tuttavia, non si ferma qui. Oggi la vaccinazione gratuita è garantita per maschi e femmine fino ai 26 anni, e estendere questa fascia di copertura alle donne fino ai 30 anni potrebbe rappresentare un ulteriore passo avanti verso l’obiettivo di eliminazione.
“Il nostro obiettivo – ha spiegato l’assessore alla Sanità della Regione Veneto, Manuela Lanzarin, – è quello di sconfiggere l’Hpv attraverso la prevenzione e una vaccinazione sempre più precoce. E il Veneto, da questo punto di vista, è una Regione leader”. I numeri dicono che il Veneto potrebbe diventare la prima Regione d’Italia Hpv free. “E’ un obiettivo fondamentale – ha spiegato Lanzarin -, rientra nelle linee del piano di prevenzione regionale “VivoBene Veneto 2020-2024” in cui invitiamo a seguire corretti stili di vita, senza abusi, seguendo gli screening e vaccinandosi, anche contro il papillomavirus. Oggi – ha proseguito l’assessore – abbiamo un’adesione molto forte nei giovanissimi, maschi e femmine, ma vogliamo alzare ancora di più l’asticella, perché abbiamo capito che la vaccinazione diventa il vero veicolo per combattere le forme tumorali”.
I dati del Veneto
Secondo recenti dati dell’AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori) si stimano in Italia 2.700 nuovi casi di tumore del collo dell’utero o cervice uterina. Soltanto in Veneto, 152 casi in un anno nell’ultima rilevazione. Dato in continua diminuzione nel nostro Paese fin dall’inizio degli anni Ottanta, grazie alle campagne vaccinali e di screening tramite il Pap-test, che ha permesso di ridurre drasticamente l’incidenza e la mortalità del carcinoma della cervice uterina. Negli ultimi anni, poi, al Pap-test si è affiancato un esame per identificare la presenza di DNA di papillomavirus (in sigla HPV-DNA test) sulla superficie del collo dell’utero. I dati delle coperture vaccinali e di adesione allo screening in Italia nel 2023, mostrano però ancora un calo rispetto a quelle riferite al periodo pre-pandemico. Un decremento da attribuire principalmente alle difficoltà organizzative dovute alla gestione della pandemia. Ma alcune regioni stanno raggiungendo gli obiettivi.
In Veneto, che nel panorama nazionale rappresenta una best practice, la copertura nelle donne pari al 77,8% con almeno una dose e 75,8% con ciclo completo (copertura grezza delle coorti complessive 1996-2010), la copertura negli uomini pari al 72,9% con almeno una dose e 69,3% con ciclo completo (copertura grezza coorti complessive 2004-2010).
Il dottor Michele Tonon, Dirigente medico di Igiene e Sanità Pubblica dell’Azienda ULSS 6 Euganea, ha sottolineato “l’importanza della Dgr 391/23 che ha esteso la possibilità di vaccinarsi gratuitamente entro il 25 anno compiuto e della Dgr 990/23, che ha allargato l’offerta in caso di condizioni di aumentato rischio”. Questo “ha permesso al Veneto di avvicinarsi ulteriormente al raggiungimento degli obiettivi delle campagne vaccinali, in cui risulta fondamentale il coinvolgimento attivo”. “Stiamo lavorando il più possibile per raggiungere gli obiettivi del Piano nazionale della prevenzione vaccinale – ha proseguito Tonon -. E nel caso del Papillomavirus abbiamo un vaccino che previene, tra le altre cose, anche un rischio oncologico”. I giovanissimi hanno aderito alle campagne, “e in alcune coorti raggiungiamo quasi l’80% della copertura. Un ottimo risultato, anche se c’è ancora una parte dei nostri ragazzi e famiglie su cui lavorare per raggiungere l’obiettivo del 95%”.
Un virus con 200 varianti che si può contrastare con la vaccinazione
Tra le oltre 200 varianti di HPV, o Human Papilloma Virus, alcune possono portare allo sviluppo di tumori, principalmente dell’apparato riproduttivo femminile e maschile. Per contrastare questa minaccia, la vaccinazione – assieme a un’attività di screening come il Pap-test e il test HPV-DNA – rappresenta oggi una misura preventiva sicura ed efficace.
A livello globale, l’OMS ha lanciato una strategia ambiziosa per eliminare il carcinoma della cervice uterina entro il 2030, un obiettivo sostenuto dall’“Europe’s Beating Cancer Plan” con la formula del 90-90-90. Tale formula prevede una copertura vaccinale del 90% tra adolescenti maschi e femmine, accesso gratuito al 90% delle donne (tra i 25 e i 64 anni) a programmi di screening cervicale e infine un accesso tempestivo al 90% dei trattamenti per il cancro cervicale e le lesioni precancerose.
Un obiettivo che, in Veneto, è a portata di mano, mentre in altre Regioni resta ancora parecchia strada da fare. Magari partendo proprio dalle best practice delle Regioni virtuose. Anche di questo, si è discusso nell’evento a cui, tra gli altri, hanno partecipato Maria Rosaria Campitiello, Capo Dipartimento della prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie del Ministero della Salute, Valentina Grippo, VicePresidente VII Commissione Permanente, Cultura, Scienza e Istruzione, Camera dei Deputati, Ignazio Zullo, Membro X Commissione Permanente, Affari Sociali, Sanità, Lavoro Pubblico e Privato, Previdenza Sociale, Senato della Repubblica, Andrea Costa, Esperto in strategie di attuazione del Pnrr-Missione 6 Salute, con particolare riferimento agli interventi a livello territoriale, Ministero della Salute.