AltoVicentinOnline

Calvene. Don Pozza a tu per tu con il Papa. Lunedì inizia ‘Io credo’

Fervono i preparativi nella piccola ma vivace comunità cristiana di Calvene, guidata da don Giancarlo Cantarello, per la serata di lunedì prossimo, 17 febbraio, alle 20.30. A quell’ora è in programma nella chiesa Arcipretale un momento di preghiera e la proiezione su maxischermo gigante, installato davanti all’altare, della prima puntata del nuovo programma ‘Io credo’ che andrà in onda su Tv2000 proprio da quella sera, tutti i lunedì alle 21.05 su Tv2000, fino a Pasqua.

Nove puntate in cui si intrecciano le voci di don Marco Pozza, 40anni originario di Calvene e da nove anni cappellano del carcere di massima sicurezza ‘Due Palazzi’ di Padova, e quella nientemeno di Papa Francesco, che continua ad essere parte attiva del progetto, quella di una comunità (attraverso la storia di chi la vive) e quella di un personaggio noto del panorama culturale e artistico, Paolo Bonolis, Carolina Kostner, Massimo Bottura, Martina Colombari, Fausto Bertinotti, Giovanni Bachelet, Salvatore Natoli e Paolo Rumiz. Ma anche le voci meno ‘popolari’ raccolte lungo la Penisola: quella di Sandro, il fratello di don Pozza, del Cuamm di Padova, delle suore benedettine terremotate a Norcia, del centro Padre Nostro di Brancaccio, della  cooperativa ìPietre di scarto’ di Cerignola, del Santa Lucia Basket di Roma, dell’Alzheimer Cafè di Terni.

Un progetto editoriale particolarmente significativo per TV2000 (Canale 28 digitale terrestre, 18 di tivùsat, 157 di Sky), iniziato nel 2017 con “Padre Nostro” e proseguito nel 2018 con “Ave Maria” e che ha visto milioni di telespettatori incollati davanti all’emittente televisiva dei vescovi. L’idea, che porta la firma di don Pozza e del regista Andrea Salvadore, è quella di andare alla radice di queste antichissime parole attraverso conversazioni che possano aiutare a far nascere delle domande, proponendo quest’anno una riflessione sulla preghiera del ‘Credo’ attraverso l’incontro con persone che condividono la fede, altre che si interrogano o che sono “semplicemente” alla ricerca di risposte. Rispettosi e curiosi della personale ricerca di ciascuno, il filo teso di questo nuovo racconto è: “Credo. Non credo. Perché dovrei credere?”. Un programma rivolto a tutte le donne e gli uomini che, da sempre, s’interrogano sul loro destino, sul senso del loro vivere.

Nella prima puntata di lunedì 17, oltre a un pezzo di intervista a papa Bergoglio c’è anche quella che sempre don Marco ha fatto a don Beppe Gobbo (assieme nella foto, ndr), “prete di periferia” della diocesi di Vicenza, nella sua comunità Radicà a Calvene dove opera da decenni nell’ambito dell’accoglienza per minori.

“Ho scelto don Beppe per la prima puntata di lunedì sera perché è stata la prima immagine di Chiesa che ho respirato da bambino nella mia Calvene, aprendo la finestra della camera – ha spiegato don Marco – Lì guardandolo all’opera, sporcandosi le mani nella sua comunità in Viale Divisione Julia a pochi metri dalla casa dove sono nato e cresciuto, ho scoperto che il cristianesimo è una storia di bontà e di bellezza. A Calvene, dal 1983, in silenzio lui è all’opera. Quando siamo stati assieme qualche settimana fa da Papa Francesco, ho visto Beppe felice come un bambino: aveva ragione, quell’incontro è valso una vita di incomprensioni e fatiche. La sua felicità è stata la mia”.

La prima parte della serata di lunedì 17 prevede un momento di meditazione, preghiera e canti del coro di Calvene guidato dal maestro Davide Testolin per, poi, gustarsi tutti assieme l’intervista girata dai due sacerdoti calvenesi. Nel corso della serata è previsto anche un piccolo saluto da parte di Davide Brazzale, il Sindaco del Consiglio Comunale dei Ragazzi di Lugo e Calvene, le due terre di don Pozza.

Al termine gli animatori parrocchiali, coordinati da Marco Rigoni, consegneranno a tutti i presenti una piccola pergamena-ricordo della serata con impresse le parole del Credo, mentre il Gruppo Alpini di Calvene, capitanato dal suo presidente Isacco Dalla Costa, sarà sull’attenti per curare un buffet finale in Piazza Resistenza con crostoli e focacce per tutti e un buon bicchiere di vin brulé e cioccolata calda. Si preannuncia, insomma, una festa di popolo. Attorno all’antica ma sempre attuale preghiera del Credo.

di Redazione Altovicentinonline