“Oggi, 17 aprile 2023, ho chiesto un appuntamento al mio medico tramite la segreteria della “medicina di gruppo integrata” del Distretto di Piovene Rocchette. Motivo della visita era una lettura di referti prescritti dallo stesso medico. Con sorpresa mi è stata comunicata la prima data disponibile: lunedì 15 maggio 2023. Non ho potuto non pensare alla grande manifestazione di sabato scorso a Vicenza per il potenziamento della Sanità Pubblica (alla quale ho partecipato) e riflettere sul fatto che attendere 28 giorni per una visita medica non è emblema di un paese civile”. Lo sfogo è del rappresentante della Fish Veneto Dario Ceroni, residente a Caltrano.
Ceroni definisce ‘inciviltà’ i disservizi della sanità in genere, ma confrontandosi con gli altri manifestanti di sabato ha detto che “il rapporto con il medico di base è fondamentale per il cittadino medio. Il medico di famiglia è sempre stato il primo punto di riferimento della gente comune, ma questi tempi d’attesa sono intollerabili per un servizio essenziale”.
Dario Ceroni essendo disabile conosce bene il valore della sanità. Lui è un utente che sa quello che dice quando ne parla, ma si dice confortato dal numero massiccio di veneti scesi in via Roma a Vicenza l’altro giorno, con lo spirito di chi ci crede ancora che la sanità possa essere salvata. Per questo ha voluto partecipare: per contribuire al messaggio che deve passare, cioè che la salute è un diritto per tutti. Un diritto che non deve passare dal denaro, ma deve essere accessibile a qualunque cittadino italiano. Non solo ai ricchi che possono permettersi i centri privati.
” Ho percepito scontento da parte dei partecipanti – ha concluso Dario Ceroni – , e i problemi non sono soltanto a causa della carenza dei medici di base. Problema gravissimo, che tocca al cuore specialmente le persone più anziane e bisognose. Si stanno falciando servizi e reparti importanti. Una ragazza, sabato scorso, ha raccontato sul palco dei suoi problemi con la sclerosi multipla. Veniva da Belluno e ci ha riferito che la Regione vuole sopprimere la neurologia locale. A Belluno ci sono 400 persone affette dalla sclerosi multipla, che saranno costrette a rivolgersi a Treviso. Una storia come tante altre. Ma in questa ragazza non c’era la minima rassegnazione a quanto sta accadendo alla sanità del Veneto, anzi, è disposta a lottare con tutte le sue forze per quel reparto, che deve restare in vita”.
N.B.
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