“Mi fa un po’ sorridere la novità di Salvini sul censimento dei rom”, commenta così Piera Campana sindaco di Breganze ed avvocato di professione, sull’annuncio del Ministro degli Interni di ‘passare al setaccio’ i campi rom, che rilancia: “Cosa facciamo, schediamo poi tutti i cittadini in base all’orientamento politico o sulla voglia di lavorare?”.
“Oltre che incostituzionale, la proposta di Salvini non si capisce dove possa parare se finalizzata alla loro iscrizione all’anagrafe, che è già una realtà a Breganze, come per qualsiasi cittadino – continua il primo cittadino di Breganze – Viceversa sono contraria a qualsiasi forma di schedatura: i cittadini sono tutti uguali”.
Piera Campana guarda sì alla propria realtà territoriale “i cittadini rom presenti a Breganze sono già iscritti all’anagrafe”, ma chiedendo fino a che punto ci si possa spingere: “Se si parte a schedare i cittadini per etnia, cosa fanno dopo? Si suddividono le persone in base al proprio orientamento politico o sessuale? Oppure si fanno gli elenchi di chi ha voglia di lavorare o chi no? Schederanno in base anche al reddito? Sono fermamente contraria a tutto ciò, perché i cittadini sono tutti uguali e tutti ugualmente vanno tutelati”.
Tra proposta e retro-front, passando da censimento a ricognizione, se Salvini puntasse alla scolarizzazione dei bambini rom, il sindaco di Breganze sarebbe favorevole: “Ben venga qualsiasi attività sociale e di integrazione, comprese quelle attività che permettano la diffusione della loro frequenza scolastica – conclude Piera Campana – Tutto il resto esula da un normale dialogo tra persone che rispettano la Costituzione”.
Paola Viero