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Breganze. Massimo Vitacchio vince l’oro con il Togarella

Da più di 100 anni nella storia vitivinicola di Breganze, Massimo Vitacchio vince l’oro con il Togarella.
Un’azienda a conduzione famigliare da quattro generazioni, nata del 1921, che da più di cento anni porta avanti, con orgoglio, la rappresentanza del territorio delle Bregonze.
Una storia, quella di Massimo Vitacchio, fatta di passione per la sua terra e per i suoi prodotti, trasmessa dal padre Emilio, e accompagnato giorno per giorno dalla moglie Deborah e dai figli William e Samuel. Prodotti che vanno raccontati al mondo per quello che sono: un’emblema di qualità e tradizione. Per questo li abbiamo ritrovati alla mostra nazionale dei vini di Pramaggiore, dove Massimo si aggiudica un doppio oro, e alla mostra mondiale dei vini di Bruxelles, dove i punteggi raggiunti dimostrano il valore di questa azienda. Su più di 300 vini passiti, gareggiano con il loro Torcolato, un prodotto che guarda al territorio e rispetta la tradizione, di conseguenza vinificato con affinamento in acciaio per esaltare al meglio le caratteristiche dell’uva vespaiola. Ma non solo passito.
Il Togarella, cabernet sauvignon, è il rosso di riferimento di Vitacchio. Il nome deriva appunto dalla terra vulcanica tipica di Breganze, in particolare dalla forte presenza del “togo”, il tufo. Il terreno asciutto e ricco di minerali, fa si che l’uva prodotta sia di quantità minore ma di ottima qualità. Al motto di “produrre meno, produrre meglio”, Massimo ha deciso quindi di ridurre i tralci per vite, permettendo alle piante di “concentrarsi” ulteriormente sul valore del prodotto. Questa scelta aiuta inoltre nei periodi di siccità o di eccessive piogge, dove la maturazione viene comunque raggiunta grazie alla quantità ridotta di acini. Ne risulta un vino intenso ed elegante, dove la mineralità del terreno si fonde perfettamente con la dolcezza dei tannini. E se pensate che sia finita qui, arrivano le bollicine. Il frizzante di Marzemina bianca, il Masiera Brut, metodo Martinotti di vespaiola e chardonnay, e lo Sbajarin, un rifermentato naturale di vespaiola che interpreta con intelligenza i palati di questo momento storico. Il consiglio è uno solo: andare a trovare Massimo Vitacchio e la sua famiglia in azienda a Breganze, per assaporare l’amore per la nostra tradizione e i prodotti che coniugano, nei gusti più vari, la passione per un territorio unico.
Cecilia Tonello