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Bramezza rimane al timone dell’Ulss 7, esultano i sindaci dell’Alto Vicentino

Una conferma che tranquillizza e rassicura tutti. Una fiducia che il territorio rinnova con la speranza che sia una nuova era, quella del miglioramento di certi servizi. Perchè se dei reparti sono una eccellenza capace  di attirare utenza anche da fuori, altri fanno acqua da tutte le parti. Per non parlare del pronto soccorso, l’incubo di chi deve andarci perchè non sai quanto ci resterai e se troverai il medico e l’infermiere giusto. Una vera roulette russa. E i servizi socio assistenziali?Stendiamo un velo pietoso.

«Ringrazio il Presidente Zaia per la fiducia dimostrata nei miei confronti con questa riconferma, l’Assessore regionale Lanzarin e tutti i collaboratori dell’Azienda che hanno avuto un ruolo essenziale nel raggiungimento di importanti obiettivi. In questi anni abbiamo accresciuto i volumi di attività, attivato nuovi servizi e in generale potenziato i servizi socio-sanitari per i cittadini. Ci attendono ancora molte importanti sfide ma sono certo che nell’ULSS 7 Pedemontana ci siano le competenze e le energie per affrontarle con successo».

Sono le parole espresse dal dg Carlo Bramezza dopo la riconferma ufficiale della sua guida dell’Ulss 7 , dove ha invertito la solita rotta. E’ innegabile infatti che Bramezza abbia agito in questi anni come un vero manager senza sacrificare l’Alto Vicentino, che è stato ascoltato di più rispetto agli anni passati, in cui il fronte bassanese ha fatto da padrone. Addiritttura, quando è stato pressato, non ha esitato a denunciare un modus operandi che probabilmente era passato inosservato, ma che lui non ha tollerato. Lui, come nessuno in passato, ha veramente difeso l’Altovicentino a costo di mettersi contro qualche ‘potere forte’. Glielo dobbiamo. L’Alto Vicentino non dimentica la sua lotta durante la pandemia per non fare diventare l’ospedale di Santorso per la seconda volta Centro Covid e privare un territorio vastissimo di un punto di riferimento ancora una volta.

Il dg amato dai sindaci

Ad esultare per primi sono i sindaci del distretto 2 dell’Alto Vicentino che hanno un ottimo rapporto con Carlo Bramezza. Basta andare agli incontri di campagna elettorale di Cristina Marigo a Schio e di Giorgio Baù a Santorso per ascoltare le stesse identiche parole. “Grazie A Valter Orsi e al suo rapporto con Bramezza, un dg che sa ascoltare, all’ospedale le cose sono migliorate tantissimo”, dicono i sostenitori di Marigo e lo stesso primo cittadino uscente lo ribadisce da anni.

All’incontro del candidato Giorgio Baù è stata detta la stessa identica cosa, anche se per l’aspirante sindaco il merito sarebbe di Franco Balzi, attuale presidente della conferenza dei sindaci dell’Ulss 7. Ma potrebbe dire lo stesso anche il sindaco di Thiene Giampi Michelusi, anche lui vanta un ottimo rapporto con l’attuale dg. Questo consenso da parte di Bramezza è dovuto ad una forte dote di cui è in possesso Bramezza: l’empatia. L’attuale dg è in grado di fare sentire importante qualsiasi sindaco lo contatti e se i suoi predecessori non brillavano per simpatia e disponibilità, esibendo talvolta anche atteggiamenti snob, Bramezza è di tutt’altra pasta. Si spera che questo sfrenato amore si tramuti in atti concreti. E’ vero, Bramezza ha riportato l’emodinamica all’ospedale di Santorso, ma non bisogna soffermarsi su quello che c’è in un bicchiere, che non è colmo di servizi e basta vedere le file nei centri medici privati e ascoltare la gente comune per comprendere che il malcontento c’è. Per fortuna, abbiamo un territorio ricco e il cittadino medio tra rassegnazione e poca predisposizione alla protesta, non lo fa emergere. Basti pensare ai servizi socio assistenziali, che in 15 anni sono crollati tra professionisti che sono letteralmente scappati o messi nelle condizioni di andare via, il bilancio non è idilliaco come qualcuno lo vuole fare passare. I sindaci rimangono deboli nell’ascolto del popolo di cui sono diretti rappresentanti e troppo complici con chi dovrebbero stimolare per migliorare i servizi. E questo non significa mettere in discussione medici e infermieri o tecnici dell’Ulss 7, che, lo ripetiamo, non c’è dubbio che siano autentici eroi di questi tempi moderni, ma per descrivere veramente una sanità come buona, ci vuole l’equilibrio fatto del benessere di tutte dalle parti, dai lavoratori ai fruitori dei servizi sanitari, passando da sindaci e dirigenza.  E’  il cittadino che paga le tasse colui che deve dare il giudizio oggettivo. Quando una mamma che sospetta che il figlio di 3 anni ha una sospetta disabilità, che cambierà la vita dell’intera famiglia e deve attendere anche un anno prima di ricevere un cenno di risposta, non si può dichiarare che va tutto bene.

Magari meno conferenze stampa e dichiarazioni autoincensanti e più parola al cittadino, alla persona. Perchè è questa che dovrebbe essere al centro quando si parla di salute.

Natalia Bandiera