“Le modalità del rientro a scuola di ragazzi inviati a casa perché presentano sintomi influenzali, o semplicemente da raffreddamento, sono un problema nazionale al quale non è ancora stata data un risposta. Per questo, in Veneto, ci stiamo confrontando con le organizzazioni professionali dei pediatri per cercare di chiarire i dubbi che tanti genitori stanno avendo, irrisolti dalle linee guida nazionali, e tuttora in assenza di un preciso quadro di riferimento e della validazione del tampone rapido per Covid-19”.
Lo riferisce l’Assessore alla Sanità del Veneto, in relazione alle molte segnalazioni di genitori che vengono chiamati dalla scuola dei loro figli perché presentano qualche sintomo e invitati a portarli a casa, o che già si trovavano a casa, ma non sanno come comportarsi per la gestione del rientro in classe.
“Cerchiamo di dare un aiuto alle famiglie – precisa l’esponente di Palazzo Balbi – nella consapevolezza che, comunque, tutto deve avvenire nel più profondo rispetto delle necessità di salute pubblica e stiamo valutando con i pediatri la possibilità di creare un’autocertificazione standard grazie alla quale i ragazzi possano rientrare a scuola con modalità chiare, celeri e sicure”.
Il documento che la Regione Veneto sta valutando con il mondo della pediatria consiste in un’autocertificazione, firmata dal genitore o dal titolare della responsabilità genitoriale, nel quale il firmatario dichiarerebbe di aver contattato il medico curante e di essersi attenuto alle sue indicazioni rispetto alla terapia e al numero di giorni di assenza da scuola, specificando che il medico non ha ritenuto necessaria l’esecuzione del tampone per Covid-19.
“Al momento è un’ipotesi al vaglio e al confronto con i professionisti interessati – conclude l’Assessore – e ritengo che una decisione comune possa arrivare in tempi relativamente brevi”.